Per rendere appetitosa la storia è necessario attualizzarla, con la descrizione del protagonismo degli oppositori di oggi all’uso del MES. Dichiarazioni, mistificazioni, bugie ed insulti insieme a questa foto simbolo e sintesi del clima di menzogne che il duo Salvini e Meloni, che sono quelli che hanno votato il MES, avevano già organizzato a prescindere dall’esito dell’incontro dell’Eurogruppo. Ma la cosa più impressionante è il tentativo di fare apparire il Presidente Conte autore di una operazione contro gli italiani.Eppure la trattativa tra gli Stati Europei è ancora in corso, con esiti molto incerti, mentre la vergogna dovrebbe coprire la Meloni che da Ministro del Governo Berlusconi e la Lega con Salvini sono artefici del Fondo Salva Stati.È utile per tutti, ma anche per la stessa GIORGIA MELONI, fissare un piccolo diario della sua vita pubblica. Non tutto, ma di tutto, però per aneddoti, spezzoni di vita ed argomenti vari per arrivare agevolmente al fatto che nominata Ministro delle Politiche giovanili, possiede il record di ministro più giovane della storia della Repubblica. Non è l’unico record pensate che nel 2006, a 29 anni, aveva conquistato il primato di più giovane vicepresidente della Camera. Non è male per una che aveva, in quel periodo, dichiarato di avere un «rapporto sereno con il fascismo» mentre sulle leggi ad personam ha sostenuto che «bisogna contestualizzarle sono leggi che Berlusconi ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste”. Con questo bagaglio di coerenza viene incaricata, da Berlusconi, Ministro della Gioventù (2008-2011) a soli 31 anni. Con altrettanta veemenza oggi si esprime per una Europa dei Sovranismi . Con coerenza potrebbe chiedersi qualcuno? Non molto visto che quando è Ministro il Governo di cui fa parte, dietro pressanti richieste dell’Unione europea, al termine di una lunga trattativa interna alla maggioranza, invia una lettera con la promessa delle misure da adottare, tra le quali l’innalzamento dell’età pensionabile nel 2026 (quindi il suo successivo voto alla Fornero fu un atto coerente anche se oggi è divenuta una feroce avversaria) e una maggiore flessibilità in uscita nel mercato del lavoro. Ma fece ancora meglio da Ministro perché ha sostenuto provvedimenti come il Legittimo impedimento, il Lodo Alfano, i tagli all’università per quasi un miliardo e mezzo e all’Istruzione per 8 miliardi con il decreto Gelmini, dall’estensione dello scudo fiscale al reato di falso in bilancio in alcuni procedimenti amministrativi, civili e tributari successivi, fiducia sulla legge Bavaglio in materia di intercettazioni e lo Svuotacarceri con cui Berlusconi mise fuori 7 mila detenuti. Con questo curriculum, la non più verde Giorgia Meloni, in politica da oltre 20 anni con scarsa credibilità, è ora aspirante alla leadership del Governo Italiano in concorrenza con Salvini. Ma arriviamo al punto. Mentre si stava formando il futuro MES quale era il suo ruolo?. Basta tornare al verbale della Assemblea plenaria del Consiglio Europeo per verificare che il via al MES viene dato dal Governo di cui come Ministro fa parte. Il governo Berlusconi rimase in carica dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011, per un totale di 1 .287 giorni, ovvero 3 anni, 6 mesi e 8 giorni. È stato il secondo governo più longevo della storia della Repubblica Italiana, ma è anche il Governo che fa mettere all’ordine del giorno del Parlamento il Meccanismo di stabilità. Un dibattito che conclude i lavori del Parlamento approvando le necessarie modifiche al Trattato. Quindi Il Ministro Meloni faceva parte di un Governo che ha trattato e fatto approvare il seguente testo. Consiglio europeo − 23-03-2011 – 16:05 Sessioni plenarie Testo iniziale resto omesso …Il Parlamento si è espresso a favore di una serie di modifiche al Trattato UE indispensabili alla creazione del Meccanismo europeo di stabilità (ESM) per la zona Euro mercoledì, giorno precedente l’inizio del Consiglio europeo che dovrebbe approvare in via definitiva il nuovo strumento. I deputati si sono detti soddisfatti per i “segnali positivi” inviati dai governi nazionali sulla questione del coinvolgimento delle istituzioni europee nell’ESM. Era a conclusione di una lunga trattativa. Infatti già dal 17 dicembre 2010 il Consiglio europeo aveva concordato sulla necessità per gli Stati membri della zona euro di istituire un meccanismo permanente di stabilità, cioè il Fondo Salva Stati che nasce quando nel periodo 2010-2011 (sempre in auge il governo Berlusconi con la Lega di Salvini e Ministro la Meloni) alcuni paesi Ue si trovarono sull’orlo del tracollo finanziario. Bisogna fare alla svelta, vista anche la forte pressione tedesca. Siamo infatti in vigenza dei Trattati europei (l’art. 123 del TFUE) che vietano agli stati membri e alla Banca centrale europea di ‘salvare’ stati europei in difficoltà. Un articolo che era stato fortemente voluto dai paesi del nord dell’Europa, a partire dalla Germania, che temevano che paesi altamente indebitati potessero continuare a farlo nella convinzione che in caso di necessità altri paesi europei sarebbero andati in loro soccorso scaricando così, almeno in parte, l’onere sui contribuenti europei. Quindi in questo clima di emergenza per alcuni paesi dell’Eurozona (Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda e Italia) che poteva mettere a rischio l’esistenza stessa della moneta unica, i leader europei si trovarono costretti a trovare degli escamotage per aggirare l’art 123. Quindi niente intervento di uno o più Stati membri e magari della Banca Europea, ma un fondo a forte ispirazione della Germania e dei Paesi del Nord. È in questo contesto che nasce nel 2010 un primo fondo temporaneo: il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF). Una società di diritto lussemburghese che poteva sostenere finanziariamente gli stati in difficoltà (con prestiti e acquisti di titoli dello stato) e loro banche. In pratica, se i mercati finanziari si fossero rifiutati di prestare altri soldi al paese in difficoltà (o fossero stati disposti a farlo solo a interessi esorbitanti) sarebbe intervenuto lo EFSF, in grado di reperire i fondi necessari a tassi più bassi È proprio quello che è successo con Irlanda, Portogallo e Grecia. Di fronte al perdurare della crisi all’interno dell’Eurozona e a crescenti pressioni da parte dei Paesi maggiormente esposti, inclusa l’Italia, a partire dal luglio del 2012 l’EFSF (insieme al Fondo EFSM che faceva capo alla Commissione Ue) è stato sostituito da un fondo permanente: il Meccanismo europeo di stabilità (MES), cosiddetto ‘Fondo salva-stati’. Questa volta votano solo Berlusconi e la Meloni, la Lega è all’opposizione. Il MES diversamente dall’EFSF non è una semplice società lussemburghese ma una organizzazione internazionale costituita con un Trattato affiancato, ma non incluso in quelli Ue. Il capitale su cui può contare il MES è di 700 miliardi di euro di cui gli stati membri iniziano a versare pro quota 80 miliardi di euro (con quasi il 27% del capitale la Germania è il primo contributore; L’Italia partecipa con il 18%). Ma vediamo cosa ha votato la Meloni: “I prestiti concessi dal MES, dietro esplicita richiesta da parte dello stato in difficoltà, sono soggetti a una rigida condizionalità, con l’approvazione di un memorandum d’intesa (MoU) che definisce le condizioni. Ad oggi il MES ha concesso prestiti a Cipro (€6,3 miliardi), Grecia (€61,9 miliardi) e Spagna (€41,3 miliardi). Antefatto al MES. Il 28 novembre 2010 viene data via libera Ue agli aiuti per l’Irlanda. Nel piano salva stati entrano anche le banche, passa la linea Merkel (Reuters). Nel piano europeo salva-stati entrano anche gli investitori privati, cioè le banche, mentre Bruxelles dà il via libera agli aiuti per l’Irlanda. Giornata storica a Bruxelles per mettere ordine nel sistema di salvataggio dell’euro-zona. Passa la linea della Merkel. La notizia dovrebbe essere nota agli italiani perché sui giornali era già apparsa la notizia della telefonata della Merkel a Berlusconi. Il cancelliere tedesco chiama al telefono anche il premier Silvio Berlusconi per cercare il sostegno sul meccanismo anticrisi. Il primo ministro italiano ha evidenziato le priorità del nostro paese e contribuito alla stesura del documento che parla di interventi dei privati solo «caso per caso» e si oppone all’automaticità che i tedeschi volevano. Però il Governo esprime pubblicamente consenso ad un meccanismo trattato con puntualità . Io credo che oggi siamo in diritto di chiedere all’allora Ministro Meloni dove stava, non ci aveva capito niente oppure Berlusconi, come sempre l’aveva “fregata” ? Ma la domanda più opportuna è sull’oggi. Ma chi le dà il diritto di fare apparire il MES come un giochetto architettato da altri magari dal Presidente Conte, quando lei per prima, ma anche Salvini che era un deputato della Lega e, quindi votava con la maggioranza che ha dato via libera per mettere in piedi un meccanismo, ordito come dice lei, contro l’Italia.
Un bignamino sul MES Meccanismo Europeo Stabilità.
