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In Abruzzo si esulta per l’approvazione di un Piano di Riordino ospedaliero inesistente.

il ritorno alla ribalta, della grande notizia, riferita ad un Piano di riordino Ospedaliero approvato, con la decisione che uno dei suoi punti essenziali e centrali, cioè i presidi ospedalieri con strutture dotate di DEA di II Livello, verrano determinati tra 38 mesi è una “BUFALA”. Come è noto il  Tavolo DM70 (quello previsto dal regolamento Lorenzin del 2015) il 23 Maggio aveva già sciaguratamente approvato un fantomatico Piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera regionale, proposto dalla Giunta Regionale abruzzese. In questi giorni sullo stesso argomento si esprime positivamente anche  il Comitato LEA del Ministero della Salute. Quindi in luogo di una benevola, e necessaria bocciatura, visto che ci troviamo di fronte ad un Piano che non risolve una delle questioni centrali, che è obbligato a dirimere, il tutto si trasforma in ratifica con dentro una “non decisione” sul cuore della normativa ospedaliera. Fra 36 mesi il presidio DEA II Livello, si farà , ma lo hanno già fatto tutte le regioni.  Quindi per questa “insipida” Giunta Regionale, sostenuta dalla “inconsapevolezza” della inconsistente maggioranza di centro destra, va tutto bene.  Eppure abbiamo speratoche, almeno uno dei Ministri interessati, o lo stesso Consiglio regionale, riuscissero a “sventare” questa bufala colossale, ma veniamo a conoscenza che questo irresponsabile atteggiamento, ormai parte dell’azione concreta della Giunta abruzzese, sta raggiungendo il suo obiettivo: svolgere la imminente campagna elettorale regionale, senza doversi  scontrare con i “compari” dei territori interessati. Poco importa seguire le indicazioni di legge che esplicitano le modalità per la scelta delle ubicazioni delle specialistiche. Un comportamento validato ora anche dal Ministero della Salute, che senza accompagnare la decisione con un qualche senso di colpa, concorda un  cronoprogramma, già  proposto dalla Regione per provvedere, entro 36 mesi, all’individuazione dei Dea di II° livello. Un accordo “incredibile” trovato su un  documento,  del tutto arretrato  e già  in passato esposto a soluzioni fantasiose pur di non mettere in campo una soluzione tecnologicamente e scientificamente, necessaria alle ragioni di tutela della salute degli abruzzesi. I presidi ospedalieri di II Livello, devono, e dovranno, essere  dotati di tutte le strutture previste per l’ospedale di I Livello, nonché di strutture che attengono alle discipline più complesse non previste nell’ospedale di I Livello, per interventi più complessi che necessitano di consulenze pluri-specialistiche. Vengono regalati agli abruzzesi altri tre anni di atavico ritardo  in un campo fondamentale come la erogazione delle discipline specialistiche ai suoi cittadini. Come se i dati negativi, con relativi costi per la collettività, a causa della Mobilità extra regionale, non esistessero, oppure l’aumento della mortalità dopo la pandemia, non ci riguardassero. Eppure anche i cittadini abruzzesi, al pari degli altri italiani, avrebbero diritto ad un vero D.E.A. di II  livello in grado di prendersi in carico le “acuzie” più gravi garantendo interventi,  consulenze e  scambi di conoscenza scientifica più alta. E tutto dovrebbe, secondo la normativa vigente, svolgersi  in una sede ed in un unico luogo dotato delle  unità  operative di alta specializzazione. Ed è per questo che diventa incomprensibile, come su un tema di tale delicatezza, gli abruzzesi possono assistere inermi, alla esultanza sul “non” risultato raggiunto.  Gli abruzzesi devono dire un chiaro NO a chi “impacchetta” un accordo rabberciato e di basso profilo,  che a partire dal punto principale: individuazione dei  DEA di II livello addirittura  esalta il balbettio dei responsabili regionali della sanità. Plaudire al buon lavoro dell’Assessore competente, anch’essa esultante perché vede: …” validato il cronoprogramma proposto dalla Regione per provvedere, entro 36 mesi, all’individuazione dei Dea di secondo livello”  è una offesa all’intelligenza della collettività regionale. In conclusione scoprire che per gli abruzzesi le norme  non devono essere necessariamente rispettate, pone interrogativi  su un  Governo che sfugge al dovere di  richiamo al loro rispetto da parte di   uno dei suoi uomini di punta, Marsilio, che si è già ricandidato al ruolo,  per nulla turbato dai danni che sta arrecando alla sanità abruzzese. E tutto avviene  mentre  l’Assessore alla Salute si auto compiace del  suo successo dichiarando di avere centrato “tutti i 10 obiettivi fissati alla scadenza del 31 marzo scorso dalle procedure legate alla Missione 6 Salute del Pnrr”.  Eppure organi di vigilanza come la Corte dei Conti,  certificano che l’Abruzzo fa passi indietro,  allontanandosi dal raggiungimento degli obiettivi in progetto, ma nessuno interviene a spiegarci le ragioni del ritardo e come vuole superarle. Siamo in Abruzzo. Niente di nuovo.