Editoriale

Primarie delle idee o delle clientele. (2012)

Primarie del PD: una occasione per dare voce e rappresentanza ai nuovi talenti locali o conta dei pesi clientelari dei potentati locali ?

Non me ne vogliano gli aspiranti candidati alle Primarie PD in Abruzzo, ma mentre mi sono state chiare le intenzioni degli aspiranti Presidenti al Consiglio, a livello nazionale, alcune condivisibili  altre no, non riesco a trovare analoga qualità nel susseguirsi delle dichiarazioni dei candidati nostrani. Tutti invocano la loro determinata vocazione parlamentare per dare alla politica abruzzese:

Rappresentanza del territorio, penso buona solo per una candidatura comunale, non sentirsi parte dell’apparato di partito, senza decifrare che significa, rappresentare l’Abruzzo alla Camera, con la mancanza d’obbligo di farci sapere per che cosa e per quali idee.

A differenza, delle cose intraviste  in questo vociare, ritengo utile far risaltare l’emersione di una altissima qualità nell’evitare un minimo di riferimento alle questioni di merito.

Eppure le Primarie dovrebbero e potrebbero essere l’occasione per fare emergere differenze, punti di vista e voglia di dare soluzioni alle criticità di un Abruzzo “negletto e recessato”.

Sento l’obbligo di pensare che, al netto del Programma sottoscritto dai partecipanti alle Primarie Nazionali, ci siano specificità abruzzesi, quelle sì, da rappresentare nelle istituzioni nazionali.

Evito accuratamente, per evitare auto citazioni riguardanti   la mia particolare avversione al cavalcato “Patto per lo Sviluppo” da parte del PD regionale, riferimenti alle politiche regionali, finora sviluppate, ma è possibile sapere quali idee programmatiche gli aspiranti candidati nostrani vogliono portare nella già accesa, e sostanzialmente auto referenziale, campagna elettorale in corso?  Il coraggio della verità richiederebbe la capacità di esprimersi su diversi temi che caratterizzano un dibattito abruzzese intriso di arretratezze e reticenze, quali:

Livelli istituzionali e territorio. Superamento della istituzione provinciale, per lanciare il tema di  una diversa organizzazione istituzionale più confacente e coerente con l’obiettivo ambizioso della Macroregione Adriatico-Ionica e dei Corridoi Europei.

Sistema infrastrutturale, logistica e mobilità. Temi da affrontare cancellando i residui campanilistici che ancora si propongono soluzioni utili a rispondere alla “famelicità” localistica, ma del tutto inutili, per le esigenze concrete dello sviluppo abruzzese.

Sanità. Indicare una ipotesi strategica alternativa ai tagli “sanguinosi” voluti dai governi nazionali e regionali, per reindirizzare il sistema sulla qualità della medicina territoriale e della concentrazione delle eccellenze tecnologiche in una rete ospedaliera asciugata dagli sprechi .

Sociale. Chiudere con la stucchevole polemica sui tagli al sociale, a seguito delle diminuite risorse degli Enti Locali, e lanciare una nuova progettazione in grado di sostituire un Welfare State in crisi, attraverso  un Welfare Comunity creativo e partecipato dai protagonisti imprenditoriali, del terzo settore e della comunità scientifica ed universitaria.

Politiche economiche, industriali e produttive. La più volte promessa  ricchezza proveniente dall’uso delle risorse europee (vedi FAS) accompagnata da una sostanziale incapacità di spesa, nascondono una palese sudditanza all’operato del sistema bancario locale, anche se, in grande  parte, travolto dalla colonizzazione operata dai grandi gruppi bancari. E su di esso che bisogna agire, anche rivendicando politiche nazionali più attente alle esigenze di uso di risorse utili allo sviluppo locale (Modello Germania). Attraverso questa strada si può agire in difesa della PMI e dell’artigianato ma anche di altri settori trainanti dell’economia (turismo, servizi) oltre all’indicazione di nuove aree di investimento e di  innovazione tecnologica.

Università. Tutti questi temi devono trovare un nuovo protagonismo della comunità scientifica abruzzese, chiedendo un valore aggiunto e più partecipativo alla scelta della costruzione di una regione più competitiva nello scenario di una crisi economica da superare attraverso una maggiore formazione degli, imprenditori, della forza lavoro e della collettività abruzzese

Aggiungo, però, che emerge  una mancata lettura comune  dei guasti prodotti dalla ineguaglianza della ridistribuzione della ricchezza,  dalla debolezza delle politiche industriali della regione  e dalla forte caduta di produzione di ricchezza rispetto agli andamenti di altri territori.

Sono giunti al pettine i nodi che riguardano  l’aumento delle disuguaglianze, la mancanza di una dinamica sociale all’interno della società abruzzese, la flessibilità del mercato del lavoro e la mancata risposta al giovane popolo dell’IVA  che ha prodotto precarietà sociale ed indebolimento e del tessuto sociale. In conclusione le Primarie dovrebbe essere la occasione per approfondire questi temi, dare loro voce e rappresentanza, innovare proprio le modalità di espressione di quest’ultime, ma, avverto “tristemente” il sopraggiungere dell’ennesima conta dei Potentati Locali.

Naturalmente, spero, che ci siano, nelle prossime ore, voci, dichiarazioni e volontà di intenti utili a motivare un mio impegno a partecipare e votare in queste Primarie che, comunque, restano un utile esercizio di democrazia partecipata.

 

MARTEDÌ 18 DICEMBRE 2012