Sanità.

La sanità abruzzese è in emergenza da sempre. Il Covid19 l’accresce solo.

Il MES è divenuto il punto centrale del dibattito surreale della politica italiana. Una singolar tenzone tra gli aspiranti e i recalcitranti utilizzatori dei 36 Miliardi messi a disposizione. Eppure prima di tutto  dovremmo chiederci se abbiamo la capacità di spendere quei soldi, visto che già il nostro sistema sanitario non riesce ad utilizzare le risorse stanziate dal Governo nelle varie norme finanziarie e risorse aggiuntive postate nei decreti. Ad oggi a conti fatti tra manovre e decreti  Covid, per  la sanità ci sono, e ci saranno, un ammontare di 12,8 miliardi in due anni.

In dettaglio:

  1.  a) Legge di bilancio 2020, prevede i primi 4 mld aggiuntivi per Fsn ed edilizia ospedaliera, con l’aggiunta di  185 mln per l’abolizione del superticket. 
  2. b) Cura Italia sono arrivati ulteriori 1,4 mld.
  3. c) Decreto Rilancio stanziati altri 3.250 mld nel comparto per medicina territoriale, ospedali, personale e incremento specializzazioni mediche.
  4. d) Convertito in legge ilDecreto Agosto, con stanziamento di 478.218.772 euro, per l’anno 2020, per aggredire le liste di attesa. 
  5. e) Infine, con la manovra 2021, ulteriori 4 miliardi per il comparto sanità.

Questo promemoria si ferma a rilevare lo stato dell’arte alla data del 19 OTT, all’indomani del testo illustrato dal Ministro Gualtieri, con i contenuti del quadro con il quale Il Governo ha varato la manovra economica per il 2021. Dove per  la sanità si prevede un sostegno al personale medico e infermieristico e la conferma di 30.000 fra medici e infermieri assunti a tempo determinato e sostegno delle indennità contrattuali. E poi l’introduzione di un fondo per l’acquisto di vaccini e per altre esigenze correlate all’emergenza Covid. Aumentato di un miliardo di euro la dotazione del Fondo Sanitario Nazionale.

Ecco come si arriva a 12,845 miliardi gli stanziamenti per il settore a valere nel biennio 2020-2021 a seguito delle diverse misure introdotte a partire dalla legge di Bilancio dell’anno scorso e poi con i vari decreti anti-Covid degli ultimi mesi.

Importanti,  nel Decreto Cura Italia di marzo,  i 1.410 miliardi per la sanità che riguardano l’assunzione di 4.917 medici, 11.144 infermieri e 5.032 operatori socio-sanitari.

Con il Decreto Rilancio sono stati poi immessi altri 3,250 miliardi nel comparto della sanità, con l’obiettivo di rafforzare la rete territoriale con l’assunzione di 9.600 infermieri. Inoltre il provvedimento  puntava ad arrivare a 11.109 posti in terapia intensiva, il 115% in più di quelli che avevamo prima dell’emergenza Covid.

Il problema è, che ad ondata in corso, le regioni non sono state in grado di attivare più , ad oggi, un numero di  6.628, ai quali a breve potrebbero aggiungersene altri 1.600,  su spinta dichiarata dal commissario Arcuri. Stanziati anche 105 milioni per finanziare 4.200 borse aggiuntive di specializzazione in medicina. L’Instant Report Altems (Università Cattolica), dice cose imprecise sullo stato di saturazione nell’uso dei posti letto ad alta intensità in Abruzzo, ma dice anche il leggero potenziamento delle terapie intensive non ha visto l’accompagnamento di un giusto  numero di rianimatori. Ad oggi tengono, ma è l’Abruzzo che è già in affanno mancano gli anestesisti-rianimatori.

Inoltre recentemente , il  12 ottobre è stato convertito in legge il Decreto Agosto, che prevede uno stanziamento di 478.218.772 euro, per l’anno 2020, per aggredire le liste di attesa.

Se questo è il quadro finanziario, con accenni alle insufficienze accumulate, il nostro pensiero deve rivolgersi:

  • Al funzionamento delle USCA. Unità speciale di continuità Assistenziale ( Piccola squadra di medici ed infermieri dotati da dispositivi alle medicine) . Decreto 9 Marzo prevede almeno una ogni 50mila abitanti, l’Abruzzo dichiara di volerne attivare 16 in totale, che gestiranno i pazienti Covid-19 in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl, liberando così i medici di base, che continueranno a svolgere l’attività regolare, anche in considerazione del fatto che negli ospedali sono state sospese tutte le prestazioni non urgenti. L’istituzione delle Usca – una ogni 50mila abitanti – è prevista in un’ordinanza a firma del governatore Marco Marsilio.

Commento. Ma se l’Abruzzo ha 1milione300mila abitanti ca. se prevedi  un Usca ogni 50mila abitanti dovremo programmarne 26. Perché prevederne 16 ? Forse si è pensato che la Pandemia non avrebbe  più riguardato l’Abruzzo.

A nostro avviso l’esecutivo della Regione Abruzzo non riesce a raggiungere un livello ragionevole di comprensione  dello stato di emergenza, già in essere nella nostra regione, a prescindere dal Covid-19. Anni di “trattamento” terapeutico al nostro sistema regionale da parte del Governo Berlusconi, e da quelli successivi ,escluso quello più recente, con un taglio profondo del personale sanitario. Infatti al 31/12/2007 la differenza tra le previsione delle Dotazioni Organiche e il personale  in servizio sono pari a più di 2.200 dipendenti.

Quindi se l’USCA deve  rilanciare l’idea della presenza della sanità sul territorio, sono l’infermiere di territorio, le assunzioni di medici ed infermieri nei vari servizi e l’ampliamento di personale per la riorganizzazione dei servizi (innalzamento conoscenza ed uso delle tecnologie strumentali e digitali) sono il minimo da avere già a disposizione e da programmare, per riportare l’Abruzzo ai livelli di servizio che gli competono. È obbligatorio utilizzare le risorse messe a disposizione evitando riferimenti stucchevoli alle perenni difficoltà dovute a “lungaggini burocratiche”, visto che con gli stessi strumenti  normativi, altre regioni hanno fatto parecchio meglio cercando di migliorare la loro offerta di servizi.   Non può convincere nessuno osservatore informato che il tentativo del Presidente Marsilio  di rilasciare comunicazioni  che incolpano il Governo per coprire l’inconsistenza amministrativa della Giunta Regionale abruzzese, magari troppo presa dalle difficoltà dovuta ad avvicendamenti e sostituzioni di assessori.  E’ vero che la nomina a Commissario regionale è recente e solo nella  giornata del 15 Ottobre Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nella qualità di commissario delegato, per l’attuazione degli interventi finalizzati alla realizzazione delle opere previste nel piano regionale Covid, ha potuto emettere  il Decreto n.1 del 15 ottobre per delineare la filiera del management che si occuperà della realizzazione degli interventi e per assegnare le relative competenze.Con la centrale di committenza Aric sono stati definiti 39 interventi distribuiti nelle quattro Asl abruzzesi, per un ammontare di quasi 19 milioni di euro. Cioè  14 sono i progetti della Asl dell’Aquila (3.942.640 euro); 7 progetti per quella di Chieti (4.191.520 euro); 10 riguardanti la Asl di Pescara (3.937.240 euro); 8 l’azienda sanitaria di Teramo (6.661.568,77 euro).  Obiettivo del presidente Marsilio sarà quello di velocizzare la macchina amministrativa perché i termini per la definizione dei progetti assegnati dal commissario straordinario Domenico Arcuri sono  fissati in un massimo di 45 giorni dalla delega. La macchina organizzativa deve rispettare queste tempistiche nella massima trasparenza. Oggi non c’è più  ‘emergenza’ nelle terapie intensive abruzzesi, infatti l’emergenza nella sanità abruzzese è cronica. Per inciso giova ripetere che in Abruzzo mancano più di  2.200 dipendenti nel personale sanitario,  tagliati dalle politiche di risparmio, messe in atto dalla Finanziaria 2005, Governo Berlusconi, confermati  dai governi successivi. Tagli interrotti solo da quello recente, come abbiamo scritto sopra. Le carenze non ci garantiscono che i nostri ospedali possano essere in grado di reggere l’attuale situazione, per questo dobbiamo impedire che la nostra gente arrivi al Pronto Soccorso o andare ai reparti, ma essere intercettata sul territorio, con fasi di prevenzione attenta, applicando le norme di comportamento, ma anche essere indirizzata sin  dal sorgere degli eventuali sintomi di contagio. Altro che ennesima ospedalizzazione, ma USCA, servizi territoriali, Infermieri sul territorio in collaborazione con i Medici di base. Ed è questo che manca, che è carente, mentre siamo in ritardo anche sulle cosiddette operazioni di vaccinazione. La regione non deve spostare il mirino sulle rsponsabilità altrui, deve operare utilizzando le proprie competenze. Ci vuole più personale bando allae chiacchiere.