Editoriale

Un puntualissimo Salvini. Italiaexit. Un referendum per uscire dall’Europa.

C’è chi ha scelto di andare a prendere i Miliardi alla Banca della Scimmia. Incoraggiati da questa possibilità aperta dalle dichiarazioni del trio Salvini, Meloni e Tajani il Presidente del Consiglio Regionale abruzzese e il Sindaco della Città di Montesilvano tolgono la bandiera UE. L’Italia non  ha bisogno dell’Europa, per cui i nostri eroi, non lo fanno come rappresentanti dei sentimenti di tutto il popolo abruzzese e montesilvanesi, ma solo per testimoniare la loro sintonia, e sospingerla in avanti,  con una montante e pericolosa ventata di antieuropeismo popolare. Ma i tapini lo fanno proprio nel giorno, normale per chi non ha l’abitudine ad informarsi, a leggere o studiare, dell’arrivo delle decisioni ed orientamenti su  sostanziali interventi dell’Ue e della Bce, molto favorevoli all’Italia. Sui social questa informazione favorevole e positiva non fora, come dicono gli addetti alla informazione. Oddio non è che quest’ultimi  si agitano molto per proporre una corretta conoscenza , passano quasi sotto silenzio e non riescono a compensare. L’Ue sta ora contribuendo in maniera sostanziale e senza precedenti ad aiutare l’Italia sia sul piano sanitario, sia su quello economico, ma gli abruzzesi, ammaliati dall’ammaina bandiera, dei nostri goffi rappresentanti delle istituzioni, non si rendono nemmeno conto di fare la figura dei pirla, incapaci di capire anche quando la politica portata dalla dirigenza nazione del paese li ha portati a vincere su questioni di grande principio. E l’ennesima lezione a quei  politici che alimentano irresponsabilmente il furore antieuropeo. Mentre i ‘social’ esplodono di invettive anti-Ue, i politici della finta collaborazione “in questo grave momento della vita degli italiani”  non hanno interesse a chiarire e riconoscere la innegabile conquista di prestigio Internazionale del nostro Paese. Anzi sentono, anche di fronte a queste novità e ai sostegni che l’Europa finalmente delinea, matura l’ora del forte distinguo.  Parliamo prima dei nuovi orientamenti che stanno maturando in Europa dopo il NO iniziale, che per la loro rimozione ha richiesto un duro lavoro diplomatico delle nostre rappresentanze contro i particolarismi nazionali. Purtroppo le truppe salviniane e meloniane non agiscono solo noi  La Germania, l’Olanda ed altri paesi nordici temono che i Coronabond (per finalità limitate all’emergenza del virus) possano aprire la strada agli Eurobond, che significherebbero una condivisione del debito  ed è proprio questa vecchia polemica tra partner dell’Ue ostacola la solidarietà anche nel caso emergenziale dell’epidemia. Ma nessuno chiede all’Europa di farsi carico del debito dei singoli Stati sovrani sinora accumulato. E’ quanto ha messo nero su bianco Giuseppe Conte, impegnato in prima linea nella difficile trattativa con gli altri Paesi dell’Unione europea divisi sulla scelta degli strumenti finanziari da adottare per fornire sostegno economico ai Paesi colpiti dal coronavirus. Per tutto questo la solidarietà europea sta cercando altre strade diverse dai Coronabond. Il primo di aprile la presidente della Commissione, Von der Leyen ha annunciato un’iniziativa per finanziare le misure di sostegno al reddito e ha annunciato una modifica rafforzativa al bilancio Ue 2021-2027, per finanziare la ripresa dei paesi colpiti dall’epidemia. Ma l’annuncio ha avuto poco effetto sulla percezione popolare diffusa. Ma c’è da chiedersi. Perché questo fatto così straordinario molto rilevante, che governo e analisti italiani dovrebbero pubblicizzare di più e valutare nella sua reale portata, non ha spazio nei titoloni e nella mente dei nostri infelici sovranisti locali? Ma forse è per questo motivo che si sceglie l’ammainabandiera per non dovere ammettere che nel mercato della UE , perché di questo si tratta, l’Italia ha vinto sulla linea della SOLIDARIETA’.   Perché non dire che la Bce, nonostante l’infelice dichiarazione della sua presidente, Lagarde, sta ora aiutando l’Italia in modo massiccio. Si è impegnata ad acquistare entro fine d’anno titoli di stato italiano per 220 miliardi di miliardi di euro (il 12 per cento del Pil, mica bazzecole) lasciando aperta la porta per ulteriori acquisti se ciò non bastasse. Se ha questo si aggiunge la svolta solidaristica cosa si vuole di più? Nessuno vuole un fallimento dell’Italia, dell’euro e dell’Ue, provocherebbe la catastrofe dell’ordine internazionale e dell’economia mondiale. Resta il fatto che l’Italia non potrebbe trovare altrove che nell’Ue una solidarietà altrettanto efficace. Resta la Banca della Scimmia evocata da Salvini, Meloni e da Tajani, ma non è stata ancora fondata. I nostri eroi dove pensano che l’Italia potrebbe trovare in questo momento un aiuto di questa grandezza se non in Europa? Salvini forse pensa alla Russia? Non scherziamo col fuoco. Allora pensa all’Italia exit. Cavalcare i diffusi sentimenti antieuropei per portare il paese verso l’avventura e la catastrofe di un’uscita dall’euro e dall’Ue, come talvolta si sente, sermoneggiare da improbabili statisti e da economisti improvvisati? Ma gli Italiani sono veramente disponibili a seguire Salvini in quest’avventura dal percorso scritto: ipersvalutazione, con tutto quello che esse implicherebbero sul piano economico e politico. Rappresentanti istituzionali, senza libri, conoscenze e studi appropriati, esperti in “propagandismo” esasperato eroi di una risibile  levata di scudi nazionalista contro l’Europa e paesi dell’Europa, non sono utili a dare un’immagine  decorosa del nostro paese che ha bisogno, maggioranza ed opposizione, di una selezionata classe politica e di statisti, colta e consapevole per tappare le falle,  già esistenti prima del Coronavirus,  e riparare la nave Italia. Questo è interesse degli italiani. Ma Salvini non ci stà ed esprime tutta la sua delusione verso l’Europa: “Comprensibile un referendum per uscire. Come è nel suo costume eroe dello “scivolo e casco” tipico dei parolai, mentre si propone eroe dell’unità del pese, dicendo, mentre lo riempie d’insulti, che è Il Presidente Conte a non volerlo perché , e la Meloni e Tajani annuiscono, l’Italia può aprire il conto corrente alla Banca della Scimmia fondata da loro tre. Non hanno soldi da indicare, non sanno dove vanno presi, ma è il Presidente Conte che non li vuole accettare. Figura da “accattoni” politici.  Allora Matteo Salvini torna a parlare di Unione Europea. Anzi, ad accusare le istituzioni comunitarie, riprendendo la questione del referendum per uscire dall’UE. Un tema che diventa caldo per il leader della Lega, soprattutto ora con l’emergenza coronavirus. Non offre valutazioni sulle novità che giungono da Bruxelles, perché  non hanno aiutato l’Italia, nonostante il nostro Paese versi miliardi di euro ogni anno all’Unione. E ripete la notizia FALSA su versamenti fatti per il MES. Non conta che la Banca d’Italia gli ha pubblicata la notizia che lui e la Meloni hanno alzato il gomito, perché l’Italia non ha mai versati i famosi 58, 3 Miliardi, ma una decina tra l’altro già prestati ad altri paesi che li stanno restituendo, con gli interessi. Ma questo è il ragionamento del senatore, che vuole assumere la decisione estrema: l’uscita dall’UE. Lo fa durante una delle tante dirette via social di Salvini per rispondere ai cittadini, oggi il capo della Lega non ha respinto tale ipotesi lanciata da un elettore.  E lo dice nel giorno dell’apertura di un confronto positivo, avvenuta anche in risposta alla sua atavica delusione e la sua contrarietà al funzionamento attuale dell’UE. Uscire subito dall’Unione, il leader ha ammesso che l’idea è “assolutamente comprensibile”. Nonostante tutti gli sforzi di assumere una linea più istituzionale e rassicurante, Salvini non ha mai abbandonato la tentazione di parlare di referendum sull’appartenenza italiana all’UE. Eppure il nostro impareggiabile Leader dichiara di avere lette le dichiarazioni della von der Leyen che ha chiesto scusa da parte dell’Europa. Proponendo solidarietà Europea.  Era ora,  ma non basta al Capitano oggi Direttore della Banca della scimmia. Non ci mancare la solita “pirlata” giornaliera: “Leggo che da parte di qualcuno al governo si continua a ripetere la parola Mes: attenzione, Governo avvisato mezzo salvato. Mai, mai pronunciare la parola Mes, perché poi le condizioni possono cambiare in corso d’opera”.  Ma così si offende una immemore Meloni, perché lei era ministro quando il governo Berlusconi concordò  il fondo salva stati per permettere alle Banche Tedesche di riprendersi i soldi in Grecia, insieme alla Lega di Salvini.  Il Governo Italiano ha dichiarato che il MES non è lo strumento adatto, cosa teme Salvini che si usi quello che si è inventato lui, Caldora, Berlusconi e la Meloni. No Prego. Il Presidente Conte è stato chiaro: Niente MES niente condizionalità. Quello è lo strumento che un Governo debole ha condiviso (solo Salvini, Tajani e la Meloni dimenticano che loro erano parte di quel Governo ) , al contrario questo Governo dice di NO ed ha aperta una trattativa per realizzare un percorso di solidarietà europea. Ma adesso che siamo arrivati Salvini si sfila. Ma non è la prima volta.