Sanità.

Nella lotta al Virus l’Abruzzo tra le più lente. Fallimento contact tracing.

Alcune Regioni, con una forte organizzazione della medicina territoriale, come l’Emilia Romagna o come il  Veneto hanno combattuta con efficacia il dilagare del Virus, nella prima fase grazie alla realizzazione di una forte linea di difesa. Il Veneto ha fatto da Capo scuola con  quella del contact tracing. Il Governo nel Decreto di Rilancio (Maggio 2020) pose le basi per la organizzazione, anche attraverso l’assunzione di tracciatori, di questo modello stanziato risorse mirate a favore delle regioni. Ma, seppure in presenza del rischio definita “seconda ondata” le regioni si son bene guardate dal mettere in campo una risposta organizzativa di contact tracing.  La disorganizzazione provocata ha reso impossibile, oggi,  tracciare  oltre 100mila casi sospetti al giorno con solo 9mila “investigatori” del Coronavirus. Nelle Regioni ci sono infatti 9.241 “soldati” (dati ISS Sole24ore)  in questa prima trincea contro il virus. Di conseguenza inseguire i contatti dei 15mila-17mila  contagiati giornalieri e che ogni positivo nei giorni precedenti è venuto in contatto in media con 15-20 persone è come scalare una montagna di oltre 100mila persone al giorno da chiamare al telefono, da registrare, monitorare e nel caso mettere in isolamento.  Le regioni, quindi, si sono cullate nel dolce far niente o nella negazione o nel  vezzo di sedicenti virologi pressapochisti, dei semi-negazionisti o negazionisti, a giorni alterni, e di tutto va bene madama la Marchesa. La nostra Regione , come sempre, conquista la poco invidiabile posizione di essere terz’ultima nella classifica delle regioni nella applicazione delle procedure previste

 

Abruzzo

TOTALE PERSONALE
PER CONTACT TRACING
111
TRACCIATORI
PER 10MILA ABITANTI 
0,9

Fonte: report integrale riservato ministero della Salute-Iss 28 settembre 4 ottobre 

In concreto l’Abruzzo si è solennemente candidata ad esercitare il ruolo di capo fila del  fallimento del contact tracing. L’Istituto superiore di Sanità ha monitorato anche gli indicatori sulla «Resilienza dei servizi sanitari preposti nel caso di una recrudescenza dell’epidemia».  Quindi i numeri relativi alle risorse umane dedicate al contact-tracing e «alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento». Numeri che mostrano il fallimento, e la disattenzione, della Regione Abruzzo, in una infelice compagnia al fianco delle regioni più lente Regioni.Eppure il Governo a Maggio aveva fissato una soglia minima di tracciatori: almeno uno ogni 10mila abitanti, cioè minimo 130 tracciatori. Un’asticella minima ma insufficiente di fronte ai numeri di oggi che addirittura tre Regioni, a 8 mesi dall’emergenza, ancora non hanno superato:  neanche a dirlo l’Abruzzo, la Calabria e il Friuli con 99 risorse (0,8). Per un oscuro giuoco del destino la prima a Presidenza Fratelli d’Italia, la seconda Forza Italia la terza LEGA. Tri partisan. ma uniti nella critica al governo.L’Abruzzo, con  le risorse a disposizione per le assunzioni con il decreto rilancio di maggio scorso,  ha avuta  tutta l’estate per organizzare il tracciamento che insieme al testare (tamponi) e al trattare sono le prime armi contro il virus.