Economia, produzione e lavoro

L’Abruzzo nelle “comunicazioni recovery” Draghi.

Diverse sono le questioni scaturite dal corpo delle comunicazioni, del Presidente Draghi, al Parlamento, nella giornata del 26 Aprile 2021, che possono riguardare un Abruzzo in “ricrescita” insieme al paese. Quindi dobbiamo tenere presente, che :

  • si impone la proposta di una propria strategia regionale tesa alla ricomposizione di sistema, che tenga conto della lunga stagione delle privatizzazione dei grandi gruppi ex pubblici, che hanno prodotto una “desertificazione” di sedi, conoscenza, redditi e occupazione il più delle volte di qualità, in Abruzzo. Di pari passo i processi di concentrazione del sistema bancario e finanziario, con i centri decisionali tutti trasferiti al Nord, hanno  impoverito l’Abruzzo facendole mancare relazioni, e persone,  con capacità professionali e di decisione, per  interloquire con il mondo produttivo e dei  servizi e, quindi “fertilizzare” il territorio.
  • vanno di individuati i punti per “richiedere una inversione”, da parte dell’attuale governo nazionale. Nelle scelte, contenute nel Recovery è necessario tenere conto che, la nostra regione da “locomotiva del Sud” è divenuta nel tempo un esempio di regressione economica e produttiva, economico e sociale, con un PIL sempre al di sotto della media nazionale. Per uscire, da questa situazione, è doveroso contrattare una politica anche di “riparazione” prevedendo la  allocazione, nella nostra regione, delle possibili  iniziative che verranno sviluppate , dai grandi player pubblici e privati, grazie al Recovery.
  • deve essere colta l’indicazione, per l’uso dei fondi, a favore del superamento degli squilibri territoriali. La regione dovrà tenere conto del disegno programmatico contenuto nelle AREE URBANE FUNZIONALI PER UNO SVILUPPO EQUILIBRATO ED ARMONICO DELL’INTERO TERRITORIO REGIONALE ABRUZZESE, cioè la strada indicata dal Quadro di Riferimento Regionale (QRR). È d’obbligo ritornare sul disegno unitario individuato  attraverso le 7 Aree Urbane Funzionali per rispettare la struttura policentrica del territorio abruzzese.  Con questa visione programmatica si potrà individuare la crescita possibile attraverso la  ZES regionale. La Zes Abruzzo, cioè lo strumento di “governance” utile ed in grado di attivare i “vantaggi”  per stabilire  strategie che vanno dall’efficienza dei sistemi insediativi, alla tutela dell’ambiente; che garantiscono  servizi essenziali ed indispensabili , valorizzano le vocazioni locali;  mentre danno sostegno ai settori produttivi articolati livello territoriale attraverso la  rete regionale per l’innovazione. La Zes tra l’altro offre una stagione di importanti opportunità per l’Abruzzo, in particolare per quello che concerne la materia fiscale, con i crediti di imposta e le agevolazioni rivolte agli investimenti, e in materia amministrativa, con l’adozione di procedure di semplificazione in grado di accorciare i tempi e ridurre gli oneri burocratici per le imprese. Si realizza così un contesto estremamente favorevole alla realizzazione di nuovi investimenti ed alla creazione di nuovi posti di lavoro.
  • alle risorse integrate 2021-2027 del Piano Abruzzo, articolate, nei vari strumenti di finanziamento, a corollario del PNRR, devono essere aggiunte quelle (ipotetiche) provenienti dal Piano Sud. È utile, al contrario, avanzare ipotesi quantitative di applicazione del vincolo previsto dalla Legge di Bilancio 2020, che stabilisce una diversa ripartizione di fondi per gli interventi nel territorio delle regioni meridionali con un volume complessivo di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione, cioè il 34%
  • le risorse che appaiono di interesse rilevante si manifestano nel settore delle costruzioni, dove emerge una «scommessa infrastrutture», al punto tale che si profilano, come messa a disposizione, il 51 % delle risorse con  una scelta  netta in favore del patrimonio fisico, quindi investimenti in infrastrutture di mobilità sulla rete ferroviaria, quindi Roma Pescara ma anche partecipare al programma di manutenzione del sistema infrastrutturale e alla ripartizione di risorse per difendere il tessuto di piccole e medie aziende fondamentale per la nostra regione.
  • ma il punto che non riesce proprio ad emergere dal pacchetto dei progetti proposti per il finanziamento, e diventa quindi motivo di profonda preoccupazione per il destino della nostra regione, è la scelta irreversibile e perentoria  di implementare la Trasversalità Adriatico-Tirreno nell’asse individuato tra i porti di Civitavecchia e Ortona, cioè lo sviluppo di un efficiente sistema portuale del centro Italia per la connessione alla rete europea dei trasporti, partecipazione alle  Autostrade del Mare. Senza dimenticare il legame tra il corridoio, citato,  e le risorse integrate 2021-2027 per l’Abruzzo e la Zes abruzzese. Logistica digitalizzata e piena implementazione dell’intermodalità tra porti, retroporti e interporti sono la chiave del successo delle Zone Economiche Speciali come strumento di facilitazione degli investimenti e rampa di lancio dell’export per il Mezzogiorno d’Italia. Mettere al centro quindi l’economia del mare arricchendola di  prospettiva con la proposta di transizione tecnologica ed energetica nella mobilità marittima e movimentazione logistico-portuale. In questo modo l’Abruzzo si candida ad essere parte delle iniziative concrete per strutturare la centralità del cluster marittimo a supporto dell’idea dell’Italia come “piattaforma logistica del Mediterraneo”. Ortona, come porto di  snodo per i traffici inter-mediterranei e verso il Centro-Sud Italia. Ecco perché bisogna insistere sulle infrastrutture quali precondizioni per lo sviluppo e il successo delle ZES.

Allegato approfondimento su : L’Abruzzo nel Recovery Plan delle “comunicazioni” Draghi.