Il Presidente Marsilio, come pubblicato su Adnkronos il 15/05/2020 14:34, aveva chiesto : “Chiarezza e indipendenza decisionale delle regioni su riaperture e riavvio attività”. Marsilio spiegò all’Adnkronos che la Regione Abruzzo aveva fatto da apripista con la maxi ordinanza con criteri meno restrittivi per ristorazione e balneazione. Dopo di che subito le discoteche (aperture volute dalle regioni) noti luoghi di “distanziamento e di uso delle mascherine nel pieno rispetto delle regole. Oggi sulla stessa lunghezza interviene, sullo stesso organo di informazione, per dire che “Monitoriamo la situazione e valutiamo, ad oggi non sono previste misure più stringenti ma se la situazione dovesse richiederlo siamo pronti anche noi a prendere tutte le decisioni necessarie per fronteggiare l’ondata di contagi”. E lo dice sempre all’AdnKronos il Dott. Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, commentando le decisioni dei governatori di Lombardia, Campania e Lazio di ordinare il coprifuoco notturno per tentare di rallentare la diffusione del coronavirus. Molto impegnato il nostro Presidente per cui non ha il tempo di spiegarci che quasi alle stessa data, mese di Maggio, veniva approvato il Decreto Rilancio. Ma il Presidente Marsilio doveva proprio essere distratto , perché dopo più di 5 mesi da quel decreto, che ha previsto l’incremento delle terapie intensive, con il più classico atteggiamento del solito ritardatario che ha perso il treno, dà la colpa alla puntualità del servizio ferroviario. Anzi aggiunge,(quasi a giustificare la sua distrazione forse dovuta all’estromissione dell’Assessore Mauro F. dalla Giunta Regionale che ha richiesto sudore e sangue freddo) che “Purtroppo ci troviamo in questa condizione perché non siamo stati messi dal governo nella condizione di agire preventivamente. Dovevamo poter agire in fretta, durante l’estate, per allestire nuove terapie intensive e posti letto in modo tale da essere pronti nel momento della seconda ondata. Così non è stato perché ci è stata imposta una procedura dai tempi burocratici troppo lunghi”, spiega Marsilio. Ma uno o ci è o ci fa. In sintesi la Regione doveva mettere in cantiere l’obiettivo standard raggiungendo: 14 posti letto per 100mila abitanti fissato dal Governo. Il Decreto fissava anche l’entità delle risorse messe a disposizione, però leggiamo nel Rapporto Arcuri che, al 9 ottobre, il nostro Abruzzo viaggia al di sotto, con il suo 10 posti letto, ampiamente sotto la soglia. Forse è opportuno dire al Presidente che altre regioni hanno superato addirittura gli obiettivi minimi fissati dal Governo, in materia di posti letto Covid19, senza lamentare l’esistenza di inopportune lungaggini burocratiche. Se l’ineffabile Marsilio, lasciasse perdere per un attimo i toni propagandistici, si renderebbe conto che la Regione, non può rinunciare alle risorse messe a disposizione dal Governo per organizzare il territorio, assumere nuovo personale, fornirci l’infermiere di territorio, organizzare gli spazi ospedalieri innovativi e ricchi di tecnologia. Ma subito, le risorse dovevano già essere spese in questi mesi, perché di fatto la temuta seconda ondata dell’epidemia è arrivata. Bisogna proprio dire al Presidente che l’Abruzzo già vive una emergenza per carenza di personale, e per questo si allungano le Liste di Attesa, si rinviano e si negano le prestazioni diminuendo anche le entrate, per diminuzione di attività, ma è evidente che se ogni giorno cresce il numero di posti letti occupati da pazienti Covid19, ci avviciniamo al punto oltre il quale diventa molto difficile trovare un posto per ricevere le cure.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
(n° 128 del 19 maggio 2020)