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Il tavolo DM70 concorda con la Giunta Regionale la nuova rete ospedaliera regionale da bocciare            

La notizia, inviata a i quattro venti, è che la Giunta regionale abruzzese ha raggiunto l’accordo con il Tavolo DM70 (quello previsto dal regolamento Lorenzin del 2015),  nella giornata del 23 maggio il piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera abruzzese. Adesso i Ministri competenti dovranno procedere alla ratifica, prima della approvazione definitiva del Consiglio regionale. In attesa che uno dei Ministri interessati, o lo stesso Consiglio regionale, riescano a “sventare” questa bufala colossale, possiamo dire schematicamente che le novità rilevanti sono  la riclassificazione del presidio di Sulmona quale Dea di primo livello con il mantenimento del punto nascita, per il quale sarà attivato un progetto sperimentale, mentre la nuova programmazione regionale prevede, la seguente classificazione dei presidi:

4 ospedali (AQ, PE, CH e TE) funzioni hub per le reti tempo dipendenti (rete stroke, politrauma/trauma maggiore, rete emergenze cardiologiche estese);

4 ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto);

6 ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero);

2 presidi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa).

Il Tavolo ha inoltre validato, ( inaudito, ma l’hanno fatto senza sensi di colpa)  il cronoprogramma proposto dalla Regione per provvedere, entro 36 mesi, all’individuazione dei Dea di II° livello.  Un punto sul quale si è “incartato” l’intero SSR che ad oltre, otto anni, a differenza delle altre regioni che  hanno adempiuto, si vede, dopo bocciature, almeno sette, approvare  dal magnanimo Tavolo DM70 il piano di riordino della rete ospedaliera abruzzese. Un accordo “incredibile” trovato su un  documento,  arretrato per l’Abruzzo, lasciato nel  suo atavico ritardo  in un campo fondamentale come la erogazione delle discipline specialistiche ai suoi cittadini. Come se i dati negativi, con relativi costi per la collettività, a causa della Mobilità extra regionale, non esistessero. Eppure anche i cittadini abruzzesi, al pari degli altri italiani, avrebbero diritto ad un vero D.E.A. di II  livello in grado di prendersi in carico le “acuzie” più gravi garantendo interventi,  consulenze e  scambi di conoscenza scientifica più alta. E tutto dovrebbe in una sede ed in un unico luogo delle  unità  operative di alta specializzazione. Ed è per questo che diventa incomprensibile, come su un tema di tale delicatezza, gli abruzzesi possono assistere inermi, alla esultanza sul “non” risultato raggiunto. Lo fa il Presidente, che ci “impacchetta” un accordo rabberciato e di basso profilo,  che a partire dal punto principale: individuazione dei  DEA di II livello addirittura  esalta il balbettio dei responsabili regionali della sanità. Plaudire al buon lavoro dell’Assessore competente, anch’essa esultante perché vede: …” validato il cronoprogramma proposto dalla Regione per provvedere, entro 36 mesi, all’individuazione dei Dea di secondo livello”  è una offesa all’intelligenza degli abruzzesi.  Si continua con l’incertezza prodotta già negli otto anni passati e se aggiungono altri tre. Con la conseguenza che mentre le altre regioni vanno avanti, noi perpetuiamo l’incertezza sulle funzioni e i ruoli dei quattro ospedali, coinvolti, producendo indeterminatezza anche negli altri presidi. Ripetiamo il modello Ortona, presidio che era assurto al ruolo di “dependance”, per rispondere ad una idea poco funzionale di sanità, ma efficace per gli obiettivi di campanile.  Infatti l’idea di realizzare due DEA di II Livello poggiata su un intreccio di specialità incrociate sul territorio (CH con  PE) (AQ con TE) e non in un’unica sede, come indicava esplicitamente il Decreto Lorenzin , non ancora ha trovata “giustizia” ma continua a bloccare l’intero Abruzzo superando gli OTTO anni passati. Ma cosa è cambiato ora vista l’avvenuta approvazione del Tavolo DM70 ?  Possiamo affermare che è sicuramente stato calpestato  il senso di rigore e di rispetto delle regole fissate dal Parlamento e dalla legge esistente. Per gli abruzzesi un Decreto non deve essere necessariamente rispettato. Scopriamo che siamo alle prese con un governo che non ha la cultura del “governare”, ma indulge nel comando. Quindi essendo “buono”  tutela ed accoglie le “inefficienze”  degli incapaci sodali sul territorio.  Ma come può il Governo non sentire in dovere di  rispettare le norme e , richiamare uno dei suoi uomini di Punta, Marsilio, che si è già ricandidato al ruolo, e per nulla turbato dai danni che sta arrecando alla sanità abruzzese, ad una maggiore rispetto? Vengono superati i motivi delle  precedenti  bocciature a proposte simili “frutto” di   una regione inabile a decidere e resasi prigioniera solo dei campanilismi, come ha fatto sui DEA di II Livello.  Ma se non è così la vicenda dell’abolizione del controllo concomitante, condotto dalla Corte dei Conti, sull’uso delle risorse del PNRR, non è un incidente, ma una precisa linea politica. Si cancella il ruolo ad una Corte dei Conti rea di avere rilevato, in una sua delibera, che il Governo, e le regioni sono in ritardo “pericoloso”, sulla progettazione degli interventi da predisporre, per la nuova sanità territoriale, appioppandogli  un  CARTELLINO ROSSO. Noi possiamo solo annotare che tra le tante “inadempienze” solo l’Abruzzo ha messo in cantiere oltre 13 Progetti non approvati. Quindi la nuova linea strategica del Governo Meloni e disarmare il ruolo degli organi di controllo, per evitare di “commissariare” i suoi poco efficaci ministri e Presidenti di regione. Rei di non vedere “l’assegnazione di  progetti per indizione della gara di implementazione delle Centrali Operative Territoriali, oltre che alla richiesta di rilascio dei CIG correlati. Un Abruzzo in ritardo palese non può procedere nelle compilazioni delle schede progetto per mancanza della registrazione del CUP. Eppure l’Assessore alla Salute plaude al successo di  avere centrato “tutti i 10 obiettivi fissati alla scadenza del 31 marzo scorso dalle procedure legate alla Missione 6 Salute del Pnrr”.  E quanto organi di vigilanza come la Corte dei Conti,  scrivono che l’Abruzzo fa passi indietro,  rendendo pubblica la lontananza dal raggiungimento degli obiettivi in progetto, viene “cancellato” il ruolo della Corte, ma nessuno interviene a spiegarci le ragioni del ritardo e come vuole superarle. Siamo in Abruzzo. Niente di nuovo.