Economia, produzione e lavoroEditoriale

La crescita del PIL in Italia, è stata figlia di una precedente epoca.

La vogliamo digerire questa situazione economica italiana? Inutile gioire per una realtà che presenta una dinamica bassa, anche se diversi Istituti la presentano positiva.Non basta osservare il fatto che tutti gli indicatori, si allineano con la previsione ISTAT  che indica in +1,2% la crescita del PIL italiano nel 2023, trascurando che esso è però in discesa rispetto ad un eccellente +3,9% nel 2022. Un anno il 2022 che molti osservatori politici, e della informazione, omettono di ricordare, per non dovere riconoscere che esso è stato un trascinamento provocato, per due terzi, dal gonfiamento provocato nel 2021, dalle misure varate dal governo giallo rosa dell’ex Presidente Conte, e, come ben disse, prima di accomiatarsi il Presidente Draghi, un anno “favoloso”, omettendo di dire, però che era frutto delle scelte, tipo Super Bonus, nella Legge di Bilancio 2020. L’effetto Super Bonus, nel tempo,  scema grazie alle scelte contrarie fatte da Draghi prima, e Meloni dopo, desiderosi di dare spazi alla finanza bancaria e risorse alle grandi multinazionali.  Ma nei talk show il mantra è: “Però questo Governo mette a segno un + 1,2%, meglio rispetto agli altri paesi europei, anche grazie alla crescita della occupazione”. Niente di più imbarazzante dal dovere assistere a queste florilegio di “bestemmie” di teorie economiche ripetute. Parlare di crescita della occupazione, per scoprire che nel primo trimestre 2023, questa aumento di unità lavorative è accompagnata dall’essere fanalino di coda nella UE nella crescita dei salari del 1,6%, non desta attenzione. La parola inflazione non desta attenzione eppure essa viaggia al 7,6%, provocando un crollo del potere d’acquisto del 6%. Ad esempio negli altri paesi, come la Spagna, luogo a noi più vicino, con una inflazione del 3,2 gli stipendi crescono del 5% annuo. Ma il punto è, che è crollata la produzione industriale. Lo dice l’ISTAT, rischiando, come la Corte dei Conti dopo avere detta la verità sull’andamento della progettazione PNRR, di essere cancellata per legge, per le sue pubblicazioni dei numeri veri sulla manifatturiera industriale. Se nel mese di  Aprile si è affermato un crollo del 7,2% rispetto al 2022, conquistando il peggior dato dal 2020, percentualmente superiore ai danni compiuti dalla pandemia alle attività produttive e quarto segno meno consecutivo su base mensile, ci sarà una ragione. Colpa del costo della energia, del crollo delle esportazioni, ma anche delle scelte che hanno bloccato un settore, come l’edilizia,  che stava sostenendo l’economia. Quindi  non basta dire che i rallentamenti sono colpa dell’Europa, come solo Ministri di questo governo di “Incompetenti”, affermano, dopo essersi “vantati” sull’avere un PIL superiore al resto d’Europa. Le scelte del Governo Meloni portano i primi frutti, delle loro sciagurate scelte finanziarie e di politica economica, capaci solo di mettere nel “fango” dell’immobilismo lo sviluppo industriale, a partire dal richiamato blocco dell’edilizia. Non c’è che dire. Speriamo che restino fermi, almeno confidiamo nel nostro “stellone”.