Due fatti hanno attirata la nostra attenzione: comunicato CNA Abruzzo e crisi della Banca Popolare di Bari . Temi diversi ma con la stessa faccia: uso dei risparmi degli abruzzesi. La CNA regionale ha divulgato uno studio realizzato, per suo conto, dal dott. Aldo Ronci che evidenzia quanto temuto. In Abruzzo abbiamo assistito, negli dodici mesi, ad una contrazione pesante del credito all’artigianato e micro impresa. In concreto a settembre sono stati erogati 73 milioni in meno che, secondo Saraceni Presidente CNA Abruzzo sono stati, ovviamente, usati altrove. Si accentua l’immagine di sportelli bancari, senza sentieri di ingresso, per le piccole imprese e gli artigiani abruzzesi, che affrontano questa diminuzione di interesse per la loro condizione produttiva, mentre quelle medio-grandi, crescono di 85 milioni, ma soprattutto le “famiglie consumatrici”, che si vedono assegnare 215 milioni di incremento. Lo studio, allegato a questa nota, illustra in percentuale tutte le differenze del credito al mondo delle micro imprese in Abruzzo, rispetto all’andamento nazionale, mentre avviene l’esatto contrario per quello erogato alle imprese medio-grandi che risulta addirittura di segno opposto. Per quest’ultima, addirittura dobbiamo constatare che l’aumento registrato in Abruzzo è di un punto percentuale in più, mentre nella media nazionale siamo di fronte ad un decremento negativo(-0,7%). Non deve sfuggire, però, un elemento importante, evidenziato dalla ricerca: la differenza tra raccolta del risparmio e impieghi. Cioè in una fase di profonda crisi economica, sociale e produttiva il sistema bancario abruzzese destina altrove una parte consistente dei suoi risparmi. Proprio nel momento nel quale l’economia regionale, e soprattutto le imprese di minori dimensioni, avrebbero assoluto bisogno di liquidità. Da tempo le Associazioni dell’Artigianato affermano che queste cose sono anche il frutto delle regole che governano il mondo bancario che impattano negativamente sul sistema delle piccole imprese e del loro bisogno di credito. Un limite per la maggiore conoscenza è la mancanza, o forse dovremo cominciare a parlare di mancanza di trasparenza da parte di Banca d’Italia, di dati e danni prodotti alle banche dall’ammontare enorme di sofferenze prodotte dalla grande clientela più strutturata. Da parte nostra è impossibile non ripetere l’invocazione sulla necessità di una radicale e profonda modifica dell’azione della Regione Abruzzo che deve rafforzare la propria convinzione sulla necessità del suo sostegno pubblico ed istituzionale. La ricerca conferma la sostanza di questioni già sollevate , cioè la costituzione di un Tavolo regionale di confronto sul credito tra le associazioni imprenditoriali e sindacali, mondo finanziario e creditizio ed Esecutivo Regione Abruzzo, per:
- L’approfondimento della presenza e dei ruoli sul territorio del sistema finanziario e creditizio, attuale, per un attento e mirato sostegno alla intrapresa abruzzese;
- su finanziamento Legge regionale di settore, sostegno creditizio alla internazionalizzazione ed innovazione, strutture di garanzia come i confidi.
Queste ultime cose divengono IMPERATIVE di fronte alla difficile situazione che sta vivendo un grande gruppo, come la Banca Popolare di Bari. La cattiva informazione potrebbe fare pensare che questa è una brutta vicenda pugliese , ma è una pessima e cattiva idea. L’Abruzzo è tutta dentro questa crisi e non solo perché la Banca in questione in Abruzzo ha acquisito due Casse di Risparmio, con 800 dipendenti, oltre 100 sportelli e impieghi miliardari, ma come afferma Rita Innocenzi della segreteria regionale della Cgil “Non si tratta di une vertenza pugliese ma anche abruzzese e molisana, su questo i commissari chiamati a gestire l’emergenza devono farci i conti . A nostro avviso hanno fatto bene i sindacati a chiedere, ed ottenere, un Tavolo che sia in grado di coinvolgere più parti possibili, non solo Regione e Sindacati, ma anche i sindaci del territorio, gli imprenditori ed i parlamentari abruzzesi per avere ancor di più voce in capitolo in una vertenza complicata. È necessaria grande attenzione. Infatti, e concordiamo con lui, ad avviso di Francesco Trivelli Coordinatore regionale FISAC Abruzzo e Molise: gli esiti di questa vicenda, in termini di ulteriore contrazione nell’erogazione del credito, saranno ancor più visibili a breve tempo. Riteniamo giusta dunque l’alleanza tra istituzioni, imprese e sindacati per salvaguardare un patrimonio costruito dagli abruzzesi in decenni di lavoro, così come ha già dichiarato l’Assessore Regionale Mauro Febbo: a noi interessa solo salvaguardare non solo i posti di lavoro ma anche la tenuta del credito in Abruzzo che rischia di subire un duro colpo.