Economia, produzione e lavoro

Spopolamento chiede maggiore impegno.

A seguire REGFLASH Abruzzo non ci rimetti mai, scopri sempre delle “Chicche” preziose o informazioni utili a capire come si muove l’Esecutivo regionale sui diversi settori di intervento. L’ultima notizia, pubblicato: 08 gennaio 2021, degna di nota, ha per titolo: Montagna: Quaresimale, pubblicato avviso incentivi per comuni montani. Stiamo parlando di una cifra, messa a disposizione . che ammonta a poco più un milione di Euro. Bene, però se scopri che le risorse a disposizione di tale misura sono di 1.000.000 di euro, ti viene spontaneo a andare a leggere la portata della misura e, soprattutto quali sono i soggetti interessati. Considerato che, che in Abruzzo, i comuni montani con meno di 10.000 abitanti sono 219 essi avranno disposizione un contributo medio per comune pari a circa 4.500 euro. Pochino  per l’ampiezza delle ambizioni indicate nel comunicato dell’Assessore (per la più opportuna delle conoscenze alleghiamo a questo scritto), che riguardano soprattutto quei comuni che vivono il dramma dello spopolamento. Ma la circostanza che “impressiona” di più è l’idea di finanziare, addirittura tre ambiti, cioè : 1) contributi per acquisto prima casa, ristrutturazione, recupero patrimonio e risorse ai nuclei famigliari; 2) l’inclusione socio lavorativa e sostegno anche in ragione dell’emergenza sanitaria Covid-19; 3) abbattimento delle barriere architettoniche in ambito comunale. Dunque le cose che abbiamo pubblicate sul nostro sito www.focusabruzzo.eu cioè  BILANCIO DEMOGRAFICO DELL’ABRUZZO NEGLI ULTIMI 6 ANNI (DAL 2014 AL 2019) non scuotono più di tanto il palazzo del potere regionale.  Il Report , redatto dal Dott. Aldo Ronci, ci dice che nel periodo citato, cioè nell’ultimo  sessennio, la nostra regione ha perso 28.169 abitanti, l’esodo di una città della dimensione di Roseto, con un declino demografico con un’intensità pari a due volte e mezzo quella media nazionale. Un trend di valori peggiori regionali rispetto a quelli medi nazionali, anzi con un aumento costante del  divario. Sul Messaggero in cronaca regionale, il giornalista Saverio Occhiuto, ha già scritto, analizzando i dati, che il tutto deriva da:  “Un riflesso scontato della crisi: meno lavoro, minori opportunità di creare occasioni di ricchezza, meno abitanti”. Il report citato svela che assistiamo ad un calo demografico ampio che riguarda sia la montagna, ma ormai anche comuni non montani che sono ubicati soprattutto nella fascia costiera. Va da se che le “pasticchine”, non ce ne voglia l’Assessore, sono inutili, perché non ci troviamo di fronte ad un malessere. Bisogna adottare una metodologia programmatoria che elabori un progetto, che guarda allo sviluppo Regionale armonico e che faccia sì che tutti gli interventi e le risorse siano coerenti con quel progetto. L’occasione è stata data dallAgenda Urbana” (Aree Urbane Funzionali) che permetta ai Territori Urbani di essere direttamente coinvolti nell’elaborazione delle strategie di sviluppo. Utilizzando i FESR (Fondo europeo dello sviluppo regionale) che prevede un’assegnazione di almeno il 5 % delle risorse assegnate a livello nazionale, alle Azioni Integrate per lo Sviluppo Urbano Sostenibile delegate alle città di riferimento. La sfida obbligatoria è dare uno stop alla scelta effettuata dalla Regione Abruzzo nel POR FESR 20014-2020 (Piano Operativo Regionale)  che  ha individuato come sistema urbano cui destinare queste risorse le sole quattro città Capoluogo Chieti, l’Aquila, Pescara e Teramo. L’esatto contrario di quanto ci si può attendere per una regione come l’Abruzzo, che aveva scelto nel QRR (Quadro di Riferimento Regionale) nell’anno anno 2000, la suddivisione del territorio regionale in 7 Aree Urbane Funzionali che fanno riferimento alle Città Medie di Pescara-Chieti, Teramo, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. E’ la recessione demografica, che colpisce l’Abruzzo  montano e costiero, che pone interrogativi. Non è un fenomeno limitato ai confini regionali, anzi assume analoghi significati in diverse aree più sviluppate dei nostri confini nazionali. I Demografi parlano ormai di meno donne che mettono al mondo figli:  è il “dato grezzo” della questione.  Niente pannicello caldi ma politiche pubbliche che rendano la “questione demografica”  un grande tema delle politiche pubbliche di sostegno economico e di servizi per le nuove generazioni. Le Istituzioni devono aumentare le risorse a favore dello sviluppo degli standard di welfare, inteso come sanità, servizi alla nascita e alle giovani coppie.

Comunicato REGFLASH dell’Assessore Quaresimale

Sito www.focusabruzzo.eu Articolo: Andamento demografico Abruzzo