Sanità.

Il MES ? Per saperne di più non chiedere a Salvini, Meloni e Borgonzoni.

Se passi come Salvini le giornate a parlare di poltrone, naturalmente di quelle degli altri, se ti candidi come Lucia Borgonzoni e passi gli  ultimi mesi a chiedere di parlare di Bibbiano invece che informarti sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. Fai solo brutte figure quando ti confronti con gli altri e sui problemi. Oggi la Meloni straparla, mentre accusa di tradimento Conte e chiama alla cuccia il dubitante Di Maio, della riforma del MES senza dire mai che cosa non gli va del Fondo salva stati ammesso che sappia o conosca il suo funzionamento. Il divertente, se non fosse tragico è che Meloni,  Salvini , la discutibile candidata, esperta di Bibbiano Senatrice Bergonzoni  e la Lega parlano di un evidente complotto ai danni del Paese ordito, nientemeno, che da Giuseppe Conte in combutta con i nemici dell’Europa  per poter mantenere la poltrona di Presidente del Consiglio.   È fin troppo evidente che si è aperta una cagnara senza senso dove il Capitano, ed adepti ai quali si aggrega la Meloni (che in questo caso fa solo da megafono visto che era stata tenuta cortesemente fuori dal Governo)  ci raccontano che:

  • fin dal dicembre del 2018 Conte e Tria non solo hanno partecipato ai negoziati europei per la riforma del MES ma già sapevano che il Capitano, in preda ai fumi alcolici del Papete, avrebbe fatto cadere il Governo giallo-verde entro la fine dell’estate del 2019;
  • nessuno dei leghisti al governo (il vicepremier, i viceministri e i sottosegretari, tra cui la stessa Borgonzoni) era a conoscenza delle cose che votavano e nulla di quello che stava succedendo (quest’ultima molto credibile perché il Capitano fa tutto da solo.

Noi non c’eravamo, però immaginiamo che, come si suole dire, la narrazione supera i fatti visto, cioè è possibile che: a) il Vice Presidente del Consiglio non era perfettamente informato delle cose che accadevano e della volontà di riformare il Fondo salva stati; b) possano  sfuggire documenti ufficiali dove il Parlamento era a conoscenza della posizione dell’esecutivo sulla riforma del MES. Ma la comica assume contorni da “tragedia” quando la poco credibile esperta di Bibbiano la senatrice (si fa per dire) Borgonzoni ha affermato con volto preoccupato e serioso (tra virgolette le dichiarazioni  prese letteralmente e grammaticalmente incerte, durante la trasmissione Piazza Pulita): «noi mettiamo a rischio i nostri titoli di Stato se in ipotetica bisogna rientrare di 120 miliardi in sette giorni si può andare a prenderli da quelli che sono i titoli di stati, indirettamente o direttamente arriva a me sta cosa». Alla domanda quali sono questi 120 miliardi di euro? La Borgonzoni la spiega così: «sarebbero i fondi che teoricamente noi abbiamo nel vecchio fondo salva stati e possono essere richiesti allo Stato italiano in sette giorni perché se noi vogliamo accedere ci sono una serie di clausole che noi ogni anno dobbiamo rientrare del debito del 20%».   Non dico che sono stato una nottata a riflettere su questa frase “criptica” della senatrice, ma svolgendo e rivolgendo le immagini e le parole non sono riuscito a capirci niente. Ma mi chiedo se ci sono italiani che ci hanno capito qualcosa. Allora mi  aspettavo che la Meloni e Salvini con maggiore rigore ci spiegassero l’arcano, visto che stiamo parlando degli italiani e dei loro risparmi. Dunque se la Borgonzoni ha detto che qualora l’Italia avesse bisogno di soldi per uscire da una crisi economica dovrebbe dare 120 miliardi di euro in sette giorni. UNA MOSTRUOSITA’, per Ella se l’Italia ha bisogno di soldi  per averli li versa. La senatrice aspirante economista di noantri, non riesce neanche a declinare  concetti di semplice economia domestica. E ripete : «Ti può essere richiesto in sette giorni».  Questa frase fa parlare il mondo della informazione però senza fare timidamente emergere la contraddizione più eclatante: l’Italia detiene il 17% delle quote di un fondo che si governa insieme ad altri paesi dove si decide con la maggioranza dell’85%.  ERGO anche se Conte è supino, prono agli governi e  schiavo dell’Europa, non lo è l’Italia che ha un  potere di veto che le consente di bloccare eventuali intervento di salvataggio per altri stati. Inutile dire ai ringhiosi “botoli” che c’è poi una linea di credito che aiuta i paesi a rischio di essere “contagiati” dal default di un altro paese e la  possibilità di aiutare le banche in difficoltà (come è stato fatto in Spagna proprio dal MES).  Ma gli economisti di “noantri” insistono instradati dalla ineffabile  senatrice che : «probabilmente, succedesse qualcosa ad una banca tedesca la signora Maria che ha dei titoli di Stato probabilmente avrà dei titoli di stato che costa meno perché con il Fondo Salva Stati si aiuta una banca tedesca, questo è il fatto».  Una affermazione senza senso. Ma ci viene spontaneo chiederci come possa funzionare un meccanismo nel quale  se una banca tedesca è in difficoltà la signora Maria vede perdere di valore i titoli di Stato (si presume italiani) in suo possesso?  Qui ci soccorre con sagacia la Senatrice che spiega: «se il fondo salva stati viene utilizzato per salvare una banca tedesca noi abbiamo un problema: chiediamo anche noi il fondo e a noi dicono per avere quel fondo devi rispettare dei parametri che non lo possiamo rispettare».  Aiuto. Dobbiamo chiederci che spiegazione è , soprattutto per quale motivo quando una banca tedesca è in difficoltà l’Italia dovrebbe chiedere di accedere alla linea di credito per gli Stati?  Cosa ci suggerisce che le due cose siano tra loro collegabili. Misteri della propaganda senza contenuti.   È inutile interrogarsi troppo se la senatrice Bergonzoni riecheggia uno dei motivi propagandistici dell’ex Vice Presidente del Consiglio Salvini  il quale parlando (male) di una delle novità del MES, la definisce una “pistola puntata alla testa dei risparmiatori”. Guarda con odio proprio nei confronti del  meccanismo di backstop. Cioè quel meccanismo che faceva parte dei suoi obiettivi elettorali di tutela dei “poveri consumatori”. Naturalmente dopo averlo invocato, voluto e votato. Ma andiamo a vedere come funziona. Come voleva il Governo di Giallo Verde può accadere che se il MES dovesse intervenire per salvare un istituto di credito in difficoltà deve prestare i soldi allo Stato il quale li “gira” alla banca. Tutto come richiesto dal Governo Giallo Verde (Lega e 5Stelle).In questo modo però quel denaro entra a far parte del debito pubblico dello Stato mentre in realtà serve unicamente ad aiutare una banca (privata).   Si leggeva così già nella Relazione presentata dall’Allora ministro per gli Affari Europei Paolo Savona (e approvata dalle commissioni di Camera e Senato) «il governo ha sempre sostenuto la necessità del meccanismo di backstop».  Il Governo in questione è quello Lega-M5S di cui Salvini, Lega e Borgonzoni faceva parte. 

Infatti sulla nostra Fonte Senato.it  Dossier del 22 gennaio 2019 leggiamo che:

Sentite con queste orecchie, e facendo anche qui svolgere e risvolgere la registrazione di Piazza Pulita, la ineffabile senatrice, dice: «Ma le nostre banche non potranno mai accedere a quel fondo, perché non rispettiamo i parametri che ci vengono dati».  Si scopre finalmente l’arcano, perché scopriamo che la nostra poco fine dicitrice non sa nemmeno che sta parlando di due cose diverse.  Confondere il Fondo Salva Stati con il cosiddetto (SRF) cioè Single Resolution Fund il  Fondo di risoluzione unico delle crisi bancarie.  Dunque in conclusione nessuno ha spiegato a Salvini, leghisti (eppure tra loro  ce ne sono alcuni capaci ed intelligenti), Bergonzoni e Meloni, come si può leggere nella bozza di riforma dell’ESM il backstop è stato discusso e approvato nelle riunioni dell’Eurogruppo del 25 giugno 2018 e all’Euro Summit del 14 dicembre 2018.

Fonte: Senato.it  Dossier del 22 gennaio 2019

Divertente. Il Governo, quello, dove la imbarazzante Meloni, e del quale facevano parte (a loro insaputa?) Salvini,  Lega e Lucia Borgonzoni,  ha detto di essere d’accordo con la necessità del meccanismo del backstop ovvero esattamente quella cosa che serve, per Meloni ad impiccare gli italiani e per Bergonzoni a mettere le mani nelle tasche della signora Maria   qualora si dovesse salvare una delle famigerate banche tedesche. I leghisti ci raccontano, dopo averla voluta, sostenuta e votata, che quella cosa danneggerebbe i risparmiatori italiani. Forse non sapevano di che cosa stavano parlando. Tutto un complotto ordito dal Governo del quale facevano parte, ideato dall’ex Ministro Savona che loro volevano Ministro dell’Economia e, soprattutto a loro insaputa.