Sanità.

Non viene bocciato chi governa, ma il piano di riordino ospedaliero. Nei guai solo gli abruzzesi.

Una notizia inquietante. E’ stata pubblicata una lettera sul Quotidiano Sanità, a firma del dott. Antonio Ciofani Portavoce Consulta Clinica per il DEA di 2° Livello, Pescara e Fiorella Cesaroni Coordinamento delle Associazioni dell’Utenza, che  denuncia l’esistenza dell’ennesima bocciatura del piano di riordino ospedaliero dell’Abruzzo. Siamo alla settima, per cui si potrebbe dire  nessuna novità visto il ripetersi del giudizio, in questi ultimi cinque anni, da parte del Tavolo per il monitoraggio. Non c’è niente da fare, questa regione quando viene chiamata alla verifica dell’attuazione del DM 70/2015, non riesce a superare l’esame. Una circostanza che accresce innumerevoli motivi di preoccupazione sull’operato dell’Assessore alla Salute e, vista la materia, dell’intera Giunta Regionale, e che porta, alla nostra conoscenza,  il livello di rischio che sta correndo il sistema sanitario abruzzese. Dalle parti dell’emiciclo può darsi che non ci si renda conto che Ministero della salute e Regione Abruzzo hanno già sottoscritto il piano per la spesa dei fondi messi a disposizione con il PNRR, cioè  €uro 216.514.675,21 con l’impegno a realizzare: 13 centrali operative territoriali, 40 Case della Comunità e 10 Ospedali di Comunità. Quindi opere da progettare ed allocare, nuove costruzioni e manufatti con  spazi da organizzare per ospitare  grandi apparecchi e servizi tecnologici, il tutto in una rete da realizzare con una chiara impostazione iniziale. Un grande lavoro, che richiede “una riflessione prima di pensare” insieme alla certezza  che il Ministero della Salute sin da quando ha sottoscritto l’Accordo sia ben consapevole della tua situazione nella quale è collocata la Regione Abruzzo. Ma non ci risulta che si stanno facendo prodigi per superare i motivi della bocciatura contenuti nel  verbale del 22 febbraio con cui il Tavolo porta alla luce: “La grave situazione nella quale è stata immersa la sanità abruzzese”, ed  in particolare la drammatica situazione della rete ospedaliera della regione. Traducendo, il Tavolo ci dice che siamo in piena “anarchia” programmatica e che l’Abruzzo non è dotato di un credibile ed operativo Piano di Riordino ospedaliero. Bisogna leggere le tre pagine del resoconto, protagonisti rappresentanti di due Ministeri, di due Regioni, di Agenas  ed il Direttore Generale della Regione Abruzzo, chiamato ad illustrare la documentazione presentata al Tavolo, per renderci conto che la Rete Ospedaliera presentata dalla Regione Abruzzo, è del tutto lontana da una pur minima logica programmatoria in grado di garantire agli abruzzesi una moderna assistenza. In sintesi, il documento programmatorio presentato è stato pressoché totalmente rigettato, per la settima volta in 5 anni. Questa volta però con dettagliate ed analitiche motivazioni. Ma la parte più preoccupante è che la regione sottoscrive, con il Ministero della Salute, un Accordo, per accedere alle risorse previste dal PNRR , cioè con uno dei due Ministeri  che gli boccia la modalità di attuazione del DM 70/2015,  certificando che l’Abruzzo continua a non avere una rete ospedaliera validata.  In conclusione la nostra regione non ha le carte in regola, per ricevere la sua prima quota accordata di PNRR (Mission 6 – Salute), non avendo, dal punto di vista programmatico, individuati i livelli della rete ospedaliera e quindi anche della collocazione delle grandi apparecchiature (chi, come, dove e quando),  dell’insediamento delle centrali operative territoriali e della individuazione e realizzazione degli altri elementi della rete con la quale attrezzare le comunità.  In questi casi esiste una sola via. Prendere atto che in questa regione non sono presenti “decisori” politici in grado di predisporre politiche ed iniziative capaci di salvaguardare le legittime aspirazioni della collettività abruzzese alla tutela della sua salute. Il Ministero della Salute non può proseguire con la benda agli occhi, permettendo che vengano prodotti danni alla sanità abruzzese.