Ambiente

Perché aderire al coordinamento salviamo gli alberi di Pescara.

I nodi prima o poi vengono al pettine. Le Amministrazioni che si sono succedute per 21 anni nella amministrazione di Pescara, hanno lasciato, che una Legge Regionale del 18 Maggio 2000 , istitutiva della Riserva Naturale venisse completamente inosservata. Quindi un lungo periodo amministrativo della nostra città, dove centro destra e centro sinistra si sono alternati nella conduzione, guidati da  5 Sindaci diversi che dipartono da Pace insediato nel 1998, ed è durante la sua conduzione che la regione approva la  LR citata che, tra l’altro,  prevede la costituzione di un Comitato consultivo, formato dai rappresentanti delle associazioni (magari delle stesse che oggi protestano, a pappa fatta sulle decisioni che riguardano Via Patini). Ma questa applicazione legislativa, non è mai avvenuta, anche perché la stessa linea viene perseguita da D’Alfonso, da Mascia, da Alessandrini, e ora Masci che non è da meno dei suoi predecessori. Quindi nessuna partecipazione, seppure prevista dalla LR si è svolta formalmente nella fase di progettazione dell’opera. Sarà, ma è forte il sospetto che per avere le “mani libere”  , visto che tutti si sono occupati delle opere in discussione, nessuno ha ritenuta “opportuna” l’idea di mettere in giro l’Organo di Gestione. Quindi più di un ventennio non è stato sufficiente per nomina degli organi di gestione (Direttore e Comitato TC), il rischio poteva essere  dare concretezza alla funzionalità della Riserva, come previsto per legge. Fatta questa debita premessa possiamo dire che  dalla avvenuta approvazione della Legge Istitutiva della Riserva Naturale , che prevedeva  che l’Ente gestore poteva avvalersi, ai fini della gestione, di associazioni di protezione ambientale, di consulenti, Società  cooperative o istituti particolarmente qualificati, del Corpo Forestale dello Stato, dell’Università, dell’Istituto Zooprofilattico per l’Abruzzo e Molise <<G. Caporale>>. Tutto  lavoro “faticoso”  da fare prima di procedere nella progettazione del “pendolo”, per poi misurarsi con il Direttore e con l’organo di gestione della Riserva, responsabili della gestione della stessa. Ora chi legge il chilometrico ed argomentato Post del Sindaco Carlo Masci sulla “vicenda Via Pantini” non troverà mai traccia, riferimento o considerazione su questo vero e proprio “vulnus” democratico. Non desta notizia il fatto che una Legge Regionale è del tutto disapplicato da tutte le Amministrazioni, anche nel loro colorito alternarsi, uniti nell’impicciarsi e nell’evitare che ci sia qualche fastidioso partecipatore. Cosa dovrebbero dire  i cittadini una volta letto su  FB un lungo Post del Sindaco, tutto incentrato nel suo adirato turbamento su : “ Le solite voci politiche schierate, mascherate da associazioni, con molta forza mediatica, attaccano l’amministrazione comunale su ogni iniziativa che porta avanti”.  Un pessimo approccio quello del Signor Sindaco, per rispetto, e Carlo per immeritata (da parte mia)  amicizia. Qualcuno, infatti,  potrebbe pubblicare foto, di analoghe iniziative e manifestazioni promosse dalle stesse persone o dalle (asserite) mascherate associazioni. Per  vedere che erano riccamente partecipate da noti esponenti di destra della politica, oggi  componenti fondamentali della maggioranza che regge l’attuale amministrazione. Non credo che il Sindaco voglia comunicare che prima quando governava il centro sinistra protestare era lecito , mentre oggi è un delitto di lesa maestà. Lecito, al contrario , sempre. L’approccio, è pessimo, già detto, ma anche  la esposizione è eccessivamente lunga, forse per deviare dal punto. Si può fare un piccolo sforzo di chiarezza  e dire che, il Post richiama  cose condivise come concretizzare il  “pendolo”, riaccorpare i due comparti della pineta d’Avalos, obiettivo inseguito per oltre due decenni da tutte le amministrazioni.  Va da se che è corretto avere rispetto per quei  cittadini che,” non essendo a conoscenza dei fatti nel dettaglio, stanno raccogliendo le firme contro la strada, o a quelle associazioni che ogni giorno lavorano a favore dei territori”. Però i fatti non dovrebbero essere solo spiegati in virtù  della buona “educazione” del Sindaco (ben accetta sia ben chiaro), ma dalla trasparenza dovuta e normata da una legge mai rispettata, e poveri noi, dalle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Dove trovare notizie su atti, procedure e delibere comunali sulla gestione della Riserva, del suo patrimonio e delle decisioni su di essa vengono assunte. Se vai sui siti istituzionali entri  in un “buco nero”. Le decisioni che riguardano la Riserva? Gran segreto. Mai il “guidatore” deve essere infastidito.

Però scrive il Sindaco che:.

  • “ Al progetto hanno lavorato almeno 5 sindaci, Pace, D’Alfonso, Mascia, Alessandrini, e ora io. Ciascuno ha messo il suo tassello, chi più chi meno, per portarlo avanti, sempre nella stessa direzione”. Spero si possa dire che non è che sia fortemente convincente questa idea che la invocata “pletora” di partecipanti, sia dimostrativo dello stare nel giusto, per cui “zitto e mosca”. Nessuno può essere tacciato di essere impertinente se afferma che una cosa non è che diventa buona solo perché condivisa da tante bravissime e valenti figure politiche ed amministrative, o gaudio da centinaia di consiglieri di ogni colore politico. Al contrario si potrebbe dire che allora la situazione è proprio drammatica se per fare conquistare alla neonata città con Bandiera Blu, il titolo di regno Attila hanno partecipato tanti illustri amministratori.
  • “Proprio gli ambientalisti e gli agronomi hanno esaminato uno per uno gli alberi da tagliare, chi di dovere ha valutato in maniera approfondita l’impatto ambientale attraverso le procedure di legge, stabilendo anche la compensazione con la piantumazione di molti alberi nuovi, tanti di più rispetto a quelli tagliati”. Frase terribile se non accompagnata da solide valutazioni scientifiche che dimostrano con serenità il valore di quanto dichiarato “che tutte queste persone diverse fra loro, fossero contrarie alle piante, nemiche del verde e dell’ambiente? Proprio no!”  Se qualcuno dice che quelle onestissime figure professionali avrebbero dovuto subito chiarire che, in quell’area,  ci sono piante di valore assoluto. Veri e propri monumenti e, quindi che significa compensazione se tutti sanno che queste teorie  in un’area naturale rappresentano una “battuta “ poco divertente  soprattutto se i sostituti sono  piante nemmeno autoctone. Una bella sciocchezza, unita alla teoria che circola sulla maggiore capacità di ossigenazione delle piante giovani rispetto a quelle di più antica   Una bufala si usa dire oggi, con linguaggio social.
  • “ Tutto ciò si chiama Democrazia Rappresentativa, e nel fare opere pubbliche in Italia deve superare passaggi burocratici e strettoie amministrative lunghissimi, quasi insormontabili”. Siamo solidali e non vorremmo disturbare. Poi se proprio alla fine di un percorso  l’opposizione politica si sveglia proprio ora, è un suo diritto. Chi non partecipa alla “gestione” può avanzare dubbi, proposte e contro proposte. Ma tutto questo riguarda chi si oppone, cioè a coloro che hanno sedi, luoghi e diritti ad avere  informazioni .

Ma se la risposta è indirizzata anche a quelli come  me, firmatario dell’appello, è legittimo chiedere che “ci azzecca” questa filippica sulla Democrazia Rappresentativa. Sarebbe utile una spiegazione adeguata, non vorrei che qualcuno pensasse che solo gli “eletti” hanno diritto di parola. No, ma non credo che si possa porre il tema in questo modo è opportuno porgere una spiegazione più adeguata e consona al tema.

Infatti il punto di domanda è questo ? Ma per quanto tempo, con rinvio da una amministrazione all’altra, diverse per colore  ma unite dalle tecniche dilatorie, per non consentire la “Partecipazione Democratica” , si intende evitare l’applicazione di una Legge Regionale che prevede la nomina di un Direttore e di un Consiglio di gestione ? Non era questa la sede per  applicare il percorso e la discussione su decisioni che riguardano l’area della Riserva ?  Ci sono in piedi decisioni che riguardano l’intera collettività, ma per anni con la solita tecnica “dei fondi a disposizione” si è giustificato di tutto.  In conclusione diciamo ai cittadini, che tutte le chiacchiere su una opera stradale ideata sulla qualificazione della viabilità, sul traffico da smaltire etc etc, si possono risolvere con facilità, cercando soluzioni  capaci di guardare all’intera area circostante, ed extra Riserva. I progettisti devono aiutare a trovare un soluzione che è a portata di mano evitando che Pescara, meglio ripetere,  dalla Bandiera Blu passi alla Bandiera degli Attila dell’Ambiente. Queste stringate righe per manifestare lo “sconforto” di chi vede ancora apparire la sconfitta di una idea di democrazia partecipata, dove sviluppo, attività produttive  e salute umana,  animale ed ambientale convivono in armonia .

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Via Pantini Staffetta del Verde

Alberto Colazzilli : Salviamo gli alberi