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Le contraddizioni della legislazione concomitante bloccano la sanità

Video su : Conferenza delle Regioni. Proposte al Ministro della salute Speranza.

Con tempo e passo lungo sono arrivate le proposte, emerse in Conferenza delle Regioni, indirizzate al Ministro delle Salute. In questa descrizione, nella necessaria sintesi, cercheremo di spiegare che il documento consegnato contiene punti che sono, molti, praticamente irricevibili.

Molti punti di proposta sono, quanto meno, deleteri ed irrispettosi di qualsiasi regola contrattuale vigente, mentre alcuni si trasformano in pallettoni contro qualsiasi idea di regolarizzazione e di gerarchia di priorità contrattuale. Quindi le Regioni intendono proseguire nelle politiche del personale, le stesse che hanno allontanato dall’Italia tanti giovani Laureati ed Infermieri formatisi nelle nostre Università, per andare a riempire le strutture sanitarie di mezzo mondo.

Intanto la  Conferenza delle Regioni non dovrebbe nemmeno dare, al documento, il titolo: “PROPOSTE RIGUARDANTI LA CARENZA DI MEDICI SPECIALISTI E LA VALORIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI SANITARIE NON DIRIGENZIALI”,  perché certamente, nel documento, le Regioni  non riescono a fornire soluzioni.

Quindi c’era da attendersi visto che i nostri medici, gli infermieri, il nostro personale sanitario, tutti ad alto livello formativo e di specializzazione, sono stati oggetto di “scippo” da parte dei sistemi sanitari dell’Europa intera che la Conferenza delle regioni presentasse un quadro cognitivo dettagliato. Ma niente di tutto questo visto che  l’elaborato,  senza nemmeno porsi il perché di questo fenomeno, dell’incidenza delle inesistenti ragioni di riconoscimento professionale e contrattuali, di ruolo e di stipendio, avanza l’ideona, irricevibile, priva di rispetto contrattuale, ponendosi un solo fine:  pagare il lavoro del personale sanitario al massimo ribasso.

In concreto dopo avere chiuso l’accesso non consentendo le sostituzioni, nemmeno del personale sanitario andato in quiescenza o dimessosi, aprendo così una voragine di presenze professionale incolmabile, la Conferenza delle Regioni propone una soluzione peggiorativa che allontanerà ulteriormente i giovani aspiranti operatori sanitari italiani.

La compagnia della improvvisazione propone di : 1) Ridurre la durata del corso di laurea in Medicina; 2)  la deroga all’orario di lavoro massimo, per colmare i vuoti di organico spremendo chi c’è e non assumendo i giovani; 3) l’ammissione, indifferenziata, rispetto ai concorsi specialisti con l’immissione di sapienti tuttologi; 4) il tentativo di sdoganamento del lavoro medico al di fuori del CCNL della dirigenza sanitaria. Quindi quest’ultimo punto  affaccia l’idea  di un rapporto di lavoro convenzionato, che unitamente agli altri frizzantissimi proposti dal documento, mentre non poteva mancare l’ideona o  l’ulteriore “sorpresa” con scarsa speranza di efficacia, la modifica dell’età di pensionamento, innalzandola anche se su base volontaria, per una popolazione ospedaliera che è la più vecchia del mondo e con le peggiori condizioni di lavoro del decennio.

Eppure la Conferenza delle Regioni poteva evitare di ingarbugliare le carte prendendo a riferimento la legislazione vigente per dare risposta all’attuale carenza di medici, veterinari e dirigenti sanitari specialisti chiedendo e organizzando l’attuazione della normativa prevista nella Legge di Bilancio 2019.

Apertura dei concorsi agli specializzandi del quarto e quinto anno, con inserimento in graduatorie separate da utilizzare, in caso di inesistenza o esaurimento di quelle degli specialisti, per l’attivazione, presso le aziende sanitarie e ospedaliere, accreditate o in possesso dei requisiti per essere accreditate, di un percorso di formazione specialistica che prevede il training professionalizzante come dipendente e lo svolgimento presso l’Università della parte teorica. Con un contratto di lavoro-formazione, a tempo determinato prima, ed a tempo indeterminato a specializzazione acquisita, inquadrato nell’area della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Tutto è possibile, magari utilizzando un semplice regolamento attuativo che crei condizioni attrattive per i giovani, osservando regole di rispetto sull’ammontare retributivo.

Tutti sanno che sono  disponibili  9mila medici specializzandi del quarto e quinto anno, un numero quasi pari a quello dei medici non sostituiti nell’ultimo decennio. Cioè la risposta agli avvisi e concorsi andati deserti, realizzando una graduatoria alla quale attingere.

Ad ulteriore chiarimento possiamo affermare che spingere nelle iniziative, per accrescere il numero di studenti in medicina, sono utili, ma evitando la strada breve delle assunzioni di neo laureati o di conferire incarichi libero-professionali, proponendo un contratto dei medici destrutturato con un dequalificato stato giuridico dei medici e magari senza percorsi impegnativi di formazione. La Conferenza delle regioni è composta da gente esperta che conosce in dettaglio quello che è avvenuto in materia di spesa sanitaria e di costo del personale sanitario,( esplicativo è  il Quadro che alleghiamo illustrativo dell’andamento delle entrate in C/Esercizio e costo del personale per Regioni e per Aree)  una pratica che ha abbassata la qualità del sistema, desertificata la sanita territoriale e di medicina generale e  della sua risposta alle esigenze della collettività. Questo governo, per la prima volta mette risorse a disposizione lasciando intuire che si apre la stagione dell’abbandono del risparmio della spesa nella sanità, per aggredire gli sprechi. Fine delle detestabili idee contenute nei cosiddetti P.d.R. (Piani di Recupero),  intrise del principio della lotta agli sprechi, utilizzando come punto di riferimento il tetto alla spesa per le assunzioni. Una procedura che ha letteralmente distrutto il SSN nel meridione.

Bisogna superare l’inefficiente sistema formativo oggi  parcellizzato in 21 sottosistemi differenti, con risorse per aumentare il numero dei contratti di formazione.

Parola d’ordine tamponare l’ampio numero di pensionamenti previsti entro i prossimi 5 anni, eliminando la “strozzatura” formativa che il prossimo anno intrappolerà circa 15.000 medici.

La Conferenza delle regioni, colpevolmente, non tiene conto della necessità, già espressa dalle associazioni ed organizzazioni sindacali dei medici, di mettere in essere almeno 12mila contratti di formazione fino al 2023/24, vista la necessità di garantire un adeguato turnover fino al 2026, anno dopo il quale la gobba pensionistica incomincerà rapidamente a deflettere.

Concordiamo con le cose dette dal Ministro Speranza, “le risorse che si mettono nella sanità non vanno considerate banalmente come una spesa, ma come un investimento straordinario sulla salute e sul benessere delle persone”.

Per una comoda lettura proponiamo una sintesi per punti del documento redatto dalla Conferenza delle Regioni, con un commento, per nulla entusiasta, sulle misure urgenti ideata  per garantire medici al Servizio sanitario nazionale ed assicurare l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, e interventi di carattere strutturale e di sistema, che necessitano l’intervento del Governo.