Economia, produzione e lavoroEditoriale

L’Export abruzzese continua a crescere meno di quello italiano. Partire da questa verità.

Non è una notizia continuare a girare attorno al problema della conoscenza  dello stato della economia regionale. Infatti gli indicatori economici e i dati statistici, continuano a non essere assunti, nel giusto rispetto, da molti Opinion Leader, ma anche dagli economisti  ed  Istituti di ricerca. Eppure, per innestare una azione positiva la politica abruzzese deve dare un taglio alle letture “manichee” dei dati, abbandonare la propaganda ed  iniziare un ragionamento con i piedi ben piantati per terra. Infatti se la Banca Italia, in sede Abruzzo, rende noto i dati che ci dicono che nell’anno 2022, le esportazioni regionali, valutate a prezzi correnti,  sono aumentati  del 2,1% , mentre prima erano del 5,7% ci troviamo, per due anni di fila a crescere con un dato sensibilmente inferiore addirittura a quello del Mezzogiorno (28,8%) e all’Italia (20,0%). E se poi si ripete che ad incidere è l’andamento fortemente negativo del comparto dei mezzi di trasporto, anche perché in difficoltà di approvvigionamento dei beni intermedi e della concorrenza in atto a livello internazionale con le imprese dello stesso gruppo, come Stellantis, o nelle subforniture con il Nord Italia, c’è qualcosa da approfondire. Scoprire, per agire, dove è la chiave di lettura di questo “costante” e strisciante andamento negativo. La cosa è da approfondire, perché questa decrescita smentisce clamorosamente gli annunci di economisti , ma anche dei consulenti Bankitalia, che insieme al “governatore Marsilio”, nel corso degli Stati Generali abruzzesi, primo e secondo,   disegnavano un divenire luminoso per la regione Abruzzo. Eppure una situazione positiva si è determinata negli altri comparti, sempre nel 2022,  dove le esportazioni sono aumentate mediamente del 22,5 per cento (9,9 in termini reali), grazie soprattutto all’andamento positivo del farmaceutico, i cui livelli di export sono quasi triplicati rispetto a quelli del 2019. Tutto ci viene raccontato dai dati elaborati dal Dott. Aldo Ronci nel Report, redatto per conto di CNA, L’EXPORT ABRUZZESE NEL I TRIMESTRE 2023, dove emerge che l’export abruzzese, con il suo +8,7%, continua a crescere  meno di quello italiano al +9,8%. E fortuna vuole che alla flessione dell’export dei mezzi di trasporto che, nel  I° Trimestre 2023, continua a flettere  del 9,8% in controtendenza con il dato italiano che cresce del 4,8%, si contrapponga appunto la crescita di prodotti diversi. Presentano un incremento del 20,8% in misura doppia rispetto al valore italiano che si incrementa del 10,4%. Crescita importante, ma non al punto tale da segnare uno sparti-acque positivo nel capitolo dell’export abruzzese. E questo continua ad essere un grosso guaio per noi. A costo di ripetersi ,  bisogna pur dire che sarebbe cosa buona, ed utile, se gli sforzi della regione si orientassero,  verso politiche pubbliche utili al sostegno delle reti e delle filiere delle imprese che già si stanno contraddistinguendo nell’export, sospingendole in avanti. Magari iniziando,  in concertazione  con il sistema del Credito attivo in Abruzzo,  politiche di sostegno a quelle  imprese che oggi stanno facendo la differenza, spingendole a processi di Innovazione ed Internazionalizzazione. Ma sui trasporti bisogna chiedere al governo tavoli con le grandi imprese, per interloquire sulle loro strategie e per capovolgere a favore delle subforniture abruzzesi “soffiate” da attività aggressive del imprese e consorzi( istituzioni e sistema produttivo) del Nord, capaci di accaparrarsi il meglio della produzione anche grazie al sostegno delle politiche dei Ministeri produttivi e della forza politica del territorio.

Report redatto da Aldo Ronci per conto della CNA Abruzzo: L’EXPORT ABRUZZESE NEL I TRIMESTRE 2023