Economia, produzione e lavoro

Troppe cose avvengono sopra la testa degli abruzzesi. Ma tanta distrazione.

Se ti metti a pensare al male, magari ci azzecchi. Vecchio adagio che ci può aiutare a capire le mosse di Stellantis, denunciate dai sindacati di categoria e dalla RSA di Sevel,  impegnate ad accrescere un’alta produzione di furgoni a marchio PSA, mentre offrono al Ducato percentuali produttive bassissime. Non si insegue un equilibrio produttivo determinando problemi di approvvigionamento motori e, quindi, a pensar male, non è peccato  visto che è poco credibile parlare di cattiva programmazione. Abbiamo assistito ad una scelta strategica  di Stellantis:  priorità alle forniture verso altri stabilimenti, non abruzzesi. Questa semplice considerazione, richiede che gli abruzzesi, Esecutivo Regionale in testa, ma anche confederazioni sindacali e rappresentanze imprenditoriali regionali,  l’apertura di una riflessione sul futuro abruzzese di Stellantis.  Magari chiedendo al Ministro Giorgetti se il Governo si è confrontato con il Gruppo citato e se nel loro piano di azione, visti i finanziamenti e gli incentivi ricevuti dal governo, esiste un ruolo per l’abruzzese Sevel. In concreto il documento redatto dal Senatore Angelo Olando, Gulliver nel paese di Lilliput ormai distribuito ed illustrato a molti (che noi ad ogni buon conto alleghiamo a questo scritto esplicita rischi sulla base di analisi effettuate su documenti che circolano anche in ambienti istituzionali (Copasir in testa) . Molta della carne messa a fuoco ci lascia pensare che sia forte il rischio di una sostituzione di prodotto e che nel futuro prossimo queste azioni potranno influenzare il mercato a scapito del Ducato. I segnali sono che in Polonia, a partire da aprile, si avvierà la produzione di furgoni in prevalenza a marchio Psa, anche in altre parti d’Italia si producono furgoni. Ma nemmeno, come sottolinea l’on. Angelo Orlando, non può essere una coincidenza visto il mercato aperto  anche nell’indotto, un rischio reale incombe anche sul mondo della subfornitura, che dovrà fare i conti con
quel colosso di Network Subfornitura creato dalle Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli VG, Toscana, Emilia Romagna e Umbria, struttura operativa che , ad esempio, ha consentito al solo Veneto, nel 2021, esportazioni per oltre 2 miliardi di euro verso la Polonia. Fanno bene i sindacati metalmeccanici ad invocare un confronto tra le istituzioni, parti sociali e Stellantis a difesa del nostro territorio per chiedere investimenti, stabilizzazioni e assunzioni. Ma l’obiettivo deve essere distrarre il Ministro Giorgetti, dal suo dialogo compiacente con Confindustria  e la grande impresa, per pretendere la sua attenzione verso un territorio sempre più fragile socialmente ed avviato verso un vero e proprio deserto produttivo. Eppure, apprendiamo sui giornali, grazie alla prima notizia più interessante, che appartiene molto di più alla filosofia del “draghismo”, l’incontro tra Lapo Elkann, e il Presidente Draghi, per uno scambio di opinioni. La seconda è, che all’incontro successivo con il Governo, c’era la ennesima e ripetuta “paccata” di soldi a favore di Agnelli/Elkann, i padroni di tante cose tra le quali il gruppo Gedi , proprietaria della silente “La Repubblica”. In poche ore gli stessi protagonisti, che a capo della FCA, sono fuggiti in Olanda, per evadere le tasse e che nell’anno 2017 furono costretti a chiudere il contenzioso fiscale pagando solo il 50 % delle tasse evase,  rifanno un accordo col fisco per risparmiare più di un Miliardo di tasse.  Una “strenna”  di aiuti al settore Auto-Sussidistan , ma senza portarsi dietro le cicatrici degli insulti di “piombo”  degli editorialisti della stampa amica e subalterna. Ma la cosa interessante è che sempre nelle stesse ore (altrimenti di pagare l’evasione fiscale non se ne parlava nemmeno), il Governo fa una ulteriore iniezione di Miliardi al gruppo Stellantis. Il tema è rilanciare l’innovazione nel settore auto. Stellantis protagonista assoluto del “sussidistan” , temuto dal vacanziere confindustriale Bonomi, becca 370 Milioni per la costruzione della gigafactory per batterie a Termoli (Molise) ed un altro Miliardo l’anno per incentivi all’acquisto di auto elettriche, ibride ed endotermiche. Un conto prudente ci dice, che il governo dei migliori guidato dall’austero Draghi, danno a Stellantis 330 milioni l’anno, che fino al 2030 fanno tre Miliardi. Quindi “paccata” di soldi e buffetto per la birichinata della evasione fiscale ripetuta. Era già tutto chiaro dopo l’incontro, svoltosi il 20 gennaio ca. tra Draghi ed Elkann. Quindi le cose non sono arrivate per caso, dopo una vera e propria campagna mediatica incentrata sul solido avvenire di Stellantis , dopo il primo anniversario della sua fondazione che fa dire a l’AD Tavares che è ormai definitivo : “ l’ingresso del gruppo in un ideale di “mobilità pulita, connessa, accessibile e sicura per tutti”. Non dimenticando di esprimere la gratitudine ad ogni dipendente di Stellantis per il loro contributo quotidiano alla costruzione della “nostra comunità e al raggiungimento della grandezza mentre apriamo la strada ad un futuro luminoso”, dimenticando quelli che hanno già mandati a casa , in virtù degli stessi obiettivi. Ora non mi è ancora chiaro che cosa ne pensano ( coloro che una vita fa avevo l’onore di rappresentare nella mia veste di Segretario generale della Cgil)  i lavoratori. Le notizie che mi arrivano sono dolorose e ci parlano di un Abruzzo (in questo caso Val di Sangro e dintorni) martoriato dal punto di vista della occupazione. Molte scelte, dei grandi gruppi, stanno ricadendo nella Provincia di Chieti, in particolare, dove già si manifesta un calo importante del numero delle imprese, delle attività e della occupazione nella PMI. Deve essere chiarito che la provincia di Chieti, per inciso, nell’anno 2021 nonostante i sostegni Covid, ha subita una fortissima stasi  piazzandosi al sestultimo posto della graduatoria nazionale delle province. Secondo i dati elaborati nel Report  LE IMPRESE E GLI  ARTIGIANI IN ABRUZZO nel 2021 del Dott. Aldo Ronci . Ma per quanto riguarda l’Abruzzo, ci chiediamo inoltre, se possiamo stare tranquilli sulla natura degli accordi  tra Stellantis ed il Governo, riguardo alla presenza produttiva  ed alla occupazione. Non ci è sembrato tranquillizzante la lettura  tagliente data dal Senatore On. Angelo ORLANDO. Anzi possiamo leggere che, con queste modalità di comportamento, in mancanza di un cambio di passo della politica abruzzese e del suo Esecutivo Regionale, saremo costretti ad assistere ad una “ulteriore desertificazione” industriale ed a un ridimensionamento  dei livelli occupazionali. Non è sufficiente occuparsi del futuro industriale dell’auto, che resta una delle risorse per Paese, solo accettando che Stellantis, grazie al pressing sul governo, ottenga abbuoni sull’evasione e  sconti fiscali, finanziamenti ed incentivi,per la realizzazione di auto elettriche e ibride. Non bisogna mai dimenticare che ci troviamo di fronte ad una multinazionale, ad uno dei cinque produttori di auto più importanti al mondo, che vaga per il pianeta (come abbiamo visto sui risvolti fiscali). In concreto non possiamo limitarci a raccogliere le sua richieste senza sapere dove ci conduce il gruppo. È doveroso che il Governo si doti di un piano nazionale per l’auto che preveda sostegno al settore, anche per la componentistica su cui vengono scaricati risparmi e costi e rischiano di pagare il prezzo più alto. Serve un piano che concordi gli investimenti in Italia per tutti i siti, anche per l’Abruzzo.  La riflessione del Senatore Orlando è chiara perché : “un rischio reale incombe anche sul mondo della subfornitura, che dovrà fare i conti con quel colosso di Network Subfornitura creato dalle Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli VG, Toscana, Emilia Romagna e Umbria, struttura operativa che , ad esempio, ha consentito al solo Veneto, nel 2021, esportazioni per oltre 2 miliardi di euro verso la Polonia”. Basta aggiungere un esempio del presappochismo, da superare, mostrato dal nostro Governo, per quello che  abbiamo letto sui giornali,  a proposito dell’accordo per la Gigafactory di Termoli considerato non ancora completato. A noi mancano gli elementi per una attenta valutazione, ma se è così  allora che mestiere esercita il ministro della Transizione ecologica. Ecco perché lo scritto di Orlando indica rischi reali. Di conseguenza è giunto il punto di esaminare, anche da parte dell’Abruzzo, dal suo  Esecutivo Regionale, dalle Confederazioni sindacali regionali in testa, ma anche dal sistema della rappresentanza imprenditoriale, da coloro che già adesso, ma molto di più in prospettiva, sono già ferocemente colpiti nelle loro capacità produttive e di possibilità di presenza nell’indotto. Come abbiamo visto la Subfornitura ha assunto dimensioni notevoli che escludono del tutto la presenza operativa di almeno una delle Camere di Commercio dell’Abruzzo. Eppure ci sono  categorie di obiettivi che le imprese del settore devono perseguire anche attraverso le relazioni di collaborazione:  benefici economici, apprendimento e innovazione, status e legittimazione, efficacia, e internazionalizzazione. Siamo in ritardo nell’evidenziare i tratti distintivi di quello che sarà l’oggetto dello scambio tra le parti, permettendo quindi di delineare i confini dei possibili strumenti organizzativi per realizzarlo. Ecco il punto.  Bisogna individuare un percorso per recuperare il ritardo rispetto ad altre realtà  già molto in avanti rispetto a noi. Allora si propone il rilancio di una filosofia , la stessa che era nata attorno alla Vertenza Abruzzo, nei confronti del Governo per definire un tavolo in grado di realizzare un sistema di relazioni di Stellantis , con i fornitori locali, facilitando Contratti di Scambio e relazioni per la crescita , l’innovazione e l’internalizzazione, dove  anche  gli stessi Contratti di Espansione non  si concludono con una diminuzione della forza lavoro in campo. C’è da cogliere, magari rendendola più esplicita, la proposta della FIOM regionale che intende fissare una norma impegnativa in grado di introdurre una clausola di stabilità sociale da affidare direttamente alla Presidenza del Consiglio. In fondo non appaia peregrina l’idea che quando lo Stato distribuisce incentivi e finanziamenti, non elargisce regali ai gruppi finanziari ed industriali, ma diventano investimenti, che seppure provocano debiti alla società, e quindi a tutti i contribuenti, finalizzati ad elevare il benessere sociale. A tale fine è opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che l’Abruzzo, nella fase storica delle privatizzazioni dei grandi gruppi ex pubblici ha perso cervelli, sedi, luoghi di sviluppo delle attività, personale e redditi, e che, quindi non è ripetibile oggi, in questa fase di durissima crisi produttiva e sociale, un uguale salasso   di conoscenza, intelligenza, cervelli e di reddito.  Ci troviamo già in una regione dove il reddito medio pro capite  è legato ai soli e  delicati equilibri tra reddito da lavoro e pensionati. Quindi in una regione invecchiata, dove l’IRPEF ha per fonte “semi totalizzante” i soliti noti, quali possono essere le prospettive se si seguita nel processo di realizzazione del lavoro “straccione” a basso reddito,  unitamente alla diminuzione in atto verticale dei posti di lavoro. Ormai le condizioni economiche hanno determinato problemi sociali, che da subito chiedono che anche il governo adotti, a fianco del piano di settore, ammortizzatori sociali, non per accompagnare le uscite dal mercato del lavoro, ma utili a riconvertire competenze e professionali dal termico all’elettrico, a impedire i licenziamenti. D’altra parte bisogna smetterla di assistere a richieste continue di finanziamenti ed incentivi, puntualmente concessi, mentre si continua ad operare con Accordi di Espansione, dove le assunzioni e stabilizzazioni sono un terzo degli occupati accompagnati verso la quiescenza. La nostra è una Regione che esplicita condizioni di basso sviluppo, già martoriata da decenni di PIL basso, per cui  restare appesi a decisioni unilaterali che saranno annunciate a fine anno, significa dare per scontato che il conto lo pagheranno i lavoratori”. Concludendo il senatore Orlando, in esplicito, scrive che “le prove generali nelle fabbriche di Stellantis tra Torino e Grugliasco, con accordi sindacali per anticipare la pensione oppure con contratti di espansione, con una nuova assunzione ogni tre uscite così da arrivare all’ottocento uscite incentivate”, già sono operative. Tutto sta funzionando in questo modo. Ma non appaia una grossa novità . Il dipinto che si sta realizzando può offrire un paesaggio conclusivo sgradevole se le stesse  risorse in campo, come quelle del PNRR,  vengono utilizzate realizzando, certamente un  equilibrio tra politiche di sostegno alle imprese, ai processi di cambiamento green e di rinnovamento energetico, ma anche operando, nello stesso istante, a favore della crescita delle condizioni di vita delle persone, nel presente e  nel futuro. L’emergenza, non può riprodurre i canoni dello schema liberista, che senza le dovute riflessioni ha prodotto limiti, utilizzando politiche monetariste e di austerità. Nessuno può pensare che prevalga di nuovo una politica di crescita, attraverso le imprese e la strumentazione finanziaria, mentre l’esercito della nuova disoccupazione diventa la linfa vitale, per una economia organizzata per l’arricchimento di pochi.  L’alternativa consiste, nell’evitare che occupazione, salari e qualità della vita sono fattori che arrivano dopo (la sempre longeva fase del secondo tempo). Già oggi molti sacrifici si stanno facendo e che a fronte della crescita della povertà c’è chi arricchisce. Quindi quando il Governo Draghi elargisce fondi per incentivare il rilancio produttivo e la crescita del PIL non interviene sulla corretta distribuzione, oggi ineguale, della ricchezza. Risorse che circolano con il retro gusto della ennesima privatizzazione dei profitti e la socializzazione del debito, tutto assegnato allo Stato, cioè a noi. Uno schema antico: debito pubblico socializzato, utili e ricchezza concentrata nelle mani di pochi, mentre solo le tasse appartengono ai soliti noti.

La nascita del gruppo Stellantis